
Tra le eccellenze di Ardesio, borgo in provincia di Bergamo, vanno annoverate sicuramente le chiese. Ecco una panoramica:
PARROCCHIALE
L’ingresso del sagrato è ornato da due spalle poliscili che apparterrebbero alla primitiva chiesa parrocchiale del 1176. Nel 1455 infatti il vescovo Barozio favoriva la costruzione di una nuova chiesa che nel ‘600 venne adornata di affreschi e stucchi. Il suo presbiterio fu adibito a sagrestia quando nel 1737, su disegno del Caniana, sorse la chiesa attuale dalle ampie volte in “tufo” di Nasolino.
L’interno appare soverchiato dalle decorazioni eseguite nel 1864 dai fratelli Maironi e dal garibaldino Paolo Mazzoleni. Lo splendido altare maggiore è della bottega dei Fantoni, come pure i monumentali altari del Rosario, dal bellissimo tabernacolo, e del Suffragio. Il dipinto più pregevole è una tela di Carlo Cresa, del 1674, e raffigura l’Annunciazione e l’Angelo custode tra i Santi Lorenzo e Giorgio. La grande pala centrale è firmata dal veronese Saverio Dalla Rosa (1783). Del clusonese Querena gli ovali sul presbiterio (1837). Gli affreschi del coro, quello sulla porta centrale e quelli fantasiosi della volta, sono pure essi dei fratelli Maironi (1864). Tra le sculture in legno, famosi il compianto di Cristo ed il pulpito come la statua di S. Biagio, tutte opere fantoniane del ‘700. Gli stalli del coro sono di fattura artigianale del 1620. Del ‘600 sono pure quattro angeli in legno intagliato e dorato. Il campanile fu eretto nel 1487 e sopraelevato nel 1871.
Sul sagrato merita di essere annotata la Chiesa dei Disciplini con all’interno uno splendido altare ligneo, e il Sacello di S. Rocco con affreschi quattrocenteschi.
SANTUARIO MADONNA DELLE GRAZIE

Il Santuario dedicato alla Madonna delle Grazie è uno dei migliori esempi di arte Barocca della Valle. Opera di sommo rilievo storico è l’organo (1636) di Giovanni Rogantino di Morbegno (Sondrio). L’altare è costruito sul luogo ove avvenne la prodigiosa apparizione della Madonna. Sopra l’altare, il dipinto delle Sacre Immagini del XV secolo; ai lati del presbiterio due ovali opera del Guadagnini, così come le due pale al centro della chiesa.
A lato del confessionale, la pala dell’Incoronazione di Maria, è attribuita a Palma il Giovane. Nello scurolo sotto l’altare è depositata la scultura linea dell’Apparizione, opera artigianale della Val Gardena, mentre a lato la sala degli ex-voto, e la sala del Sacro Sepolcro, gruppo di sculture di bellissima fattura della bottega Fantoni. Nel 1645 iniziarono i lavori di costruzione dell’alto campanile (68 metri) che venne definitivamente ultimato vent’anni dopo.
Fuori, sull’omonima piazza, si può ammirare la pregevole architettura dei palazzi appartenuti alle famiglie Moioli, Maninetti, Cacciamali, e della Casa del Pellegrino.
ORATORIO DEI SANTI PIETRO E PAOLO
L’Oratorio, costruito sull’estremo limitare di un antico terrazzo fluviale, sembra sia sorto su una preesistente tribulina romanica. Difficile appare una datazione precisa: è probabile che la costruzione abbia avuto inizio nel XIV secolo con sostanziali rifacimenti nel XV. Sicuramente posteriore è la costruzione del porticato che si dice avvenuta in ottemperanza agli auspici di Carlo Borromeo nel XVI secolo.
All’interno un certo interesse richiama l’altare maggiore col sovrastante affresco attribuito ad “Alessandro de Ardese”. Particolare suggestione richiama anche l’affresco del Battesimo di Cristo. Un ultimo particolare: l’affresco segue le forti ondulazioni delle pareti che nella restante parte è perfettamente piana. Ciò conferma l’ipotesi di chi fa risalire l’affresco al 1400.
PALAZZO VESCOVILE E DANZA MACABRA
Nella piazza principale, intitolata a Bonvicino di Ardesio, pittore locale del Cinquecento, domina il Palazzo Vescovile, costruzione del XII secolo.
Al suo interno è da ricordare la stanza della Congregazione dei morti, con un portale in pietra decorata, recante la data 1672.
CHIESA DI SANT ANTONIO AL ZAFFALINO
Questa chiesa venne fatta costruire nel Seicento da Pietro Cacciamali, per adempiere la volontà del defunto fratello Don Bartolomeo.
È una bella e armonica costruzione a croce greca con volta a tazza, impostata su quattro archi; anche il presbiterio è sormontato da tazza.
È arricchita da diversi affreschi ottocenteschi, opera di Lattanzio Querena di Clusone. Sulla volta principale è dipinta la “Gloria di S. Antonio” e nei timpani quattro miracoli del santo. Anche le due tele delle pareti laterali sono di Lattanzio Querena e raffigurano la “Devozione a S. Antonio” e il santo stesso, chierichetto, che scaccia il demonio. La pala d’altare, attribuita da alcuni a Saverio Della Rosa e da altri a Giuseppe Orelli, rappresenta la “Madonna del Carmine con i santi Antonio, Luigi e Pietro martire”. Vi è anche uno stemma con le parole “Bana Roncati”, nome della famiglia offerente, a cui appartiene la lapide sepolcrale al centro del pavimento.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
