Il libro, edito in Italia da Stampa Alternativa, ci traghetta avanti e indietro nel tempo, raccontandoci la vita di quegli uomini e quelle donne che hanno vissuto agli angoli della storia e le cui vicende sono scritte in una “lingua minore” che non trova spazio nei libri ma che, nondimeno, ha diritto a essere ricordata.
Si parte da una scrivania in un appartamento sul monte di Haifa. Un bicchiere di arak, una tazza di the verde per lavarsi la coscienza e una sigaretta che si consuma ogni volta come fosse l’ultima. Al centro, un’Olivetti Lettera 32, oggetto carico di simbologia, che non è solo un reperto da scrittore vintage, ma funziona come una sorta di macchina del tempo della memoria.
È battendo sui suoi tasti che Dvori Stern, cinquantenne insegnante disillusa, ricostruisce la storia di Ester-néni, una sorella minore della nonna piombata una notte a casa loro dall’Ungheria, dopo una travagliata fuga dalla cortina di ferro, con un bagaglio di sregolatezza e solarità, ma anche con un’indicibile tragedia nascosta tra le pieghe del passato.
Ester-néni scriveva racconti in ungherese ed è lei a introdurre Dvori al mondo della letteratura e a consegnarle l’Olivetti Lettera 32.
Con la macchina le consegna anche il dovere della memoria, che presto si trasforma in un’indagine sul passato, su quella fuga rocambolesca dall’Ungheria, su ciò che Ester fece e ciò che non fece, sul perché salvò degli estranei anziché la sua famiglia.
Grazie al sostegno dell’Ufficio culturale dell’Ambasciata d’Israele, la scrittrice Esty G. Hayim sarà in Italia dal 19 ottobre per presentare il suo romanzo Vite agli angoli, pubblicato da Stampa Alternativa.
Due gli appuntamenti con la scrittrice:
A Roma il 19 ottobre dalle 18.30 alla libreria Notebook dell’Auditorium Parco della Musica, dialogherà con l’autrice lo storico della Shoah Paolo Coen.
A Venezia il 22 ottobre alle ore 16, Esty G. Hayim incontrerà il giornalista, autore e traduttore Alon Altaras, presso il Museo Ebraico della Memoria in Campo di Ghetto Nuovo, 2902/b.
(Gi.Ca.)