In politica tornerà la nostalgia del recente passato. Parola di Giuseppe De Rita

Silvio Berlusconi e Romano Prodi. E non solo loro. La ribalta della cronaca politica italiana riserverà sorprese di “ritorno al passato”. Il Cavaliere, che sembrava finito, continua ad essere uno dei protagonisti – se non il protagonista – del centrodestra. L’unità del fronte dei moderati dipende essenzialmente da lui. Così come il futuro di Salvini.
Il ritorno di Prodi, invece, è legato alla possibilità di riconquistare il Partito democratico dal fronte anti renziano, caratterizzato da tanti piccoli leader, nessuno con la storia politica del professore.
Due fattori evidenziati dal sociologo Giuseppe De Rita, uno dei più lucidi lettori della società italiana, nel corso di un’intervista a Tiscali.it.
“Affianco ad una campagna elettorale segnata dal rancore – afferma nel corso dell’intervista – c’è anche spazio per una campagna giocata sulla nostalgia. Prodi e Berlusconi – prosegue – fanno parte di un modo di fare politica e governare senza grandi traumi. Non hanno fatto rottamazioni, non hanno portato a rotture con l’Europa e tutto sommato hanno gestito la cosa pubblica senza grandi ambizioni personali. E questo atteggiamento ora paga perché gli italiani sono stufi del protagonismo politico del tipo: faccio tutto io, rottamo tutti, non c’è nessuno come me. I vari Grillo, Salvini e Renzi rappresentano esattamente il contrario della modestia, quasi voluta, manifestata nel modo di gestire la cosa pubblica da parte di Berlusconi e Prodi”.

Per il noto sociologo, con formazione giuridica, la nostalgia può essere il sentimento collettivo in grado di competere nelle prossime elezioni con il rancore e il risentimento antipolitico, come sottolinea la stessa Tiscali.it commentando l’intervista. “L’anestetico capace di calmare le frustrazioni degli italiani che a causa della crisi senza fine sono rimasti indietro”.

Spiega ancora De Rita: “Il realismo non è un sentimento in grado di mobilitare le masse”.