Continuano le critiche per la decisione del governo di sospendere il Reddito di cittadinanza, che sarà sostituito da due nuove misure. Il Supporto per la formazione e il lavoro, che partirà dal 1° settembre e sarà rivolto agli occupabili, e l’Assegno di inclusione per i nuclei familiari con minori, disabili o over 60, in partenza a gennaio 2024.
E mentre i cittadini protestano davanti gli uffici dell’Inps e i comuni, la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha riferito ieri, 3 agosto, in Aula al Senato.
“Dai controlli della Guardia di Finanza, a decorrere dall’introduzione del reddito fino al primo semestre 2023, risultano assegni indebitamente percepiti e indebitamente richiesti per un ammontare di 506 milioni”, ha dichiarato difendendo la linea politica del governo.
“Nell’attività di controllo sui percettori di reddito di cittadinanza, effettuati dall’ispettorato nazionale per il lavoro e dal nucleo dei carabinieri tra il 2019 e il 2023, sono stati intercettati 35.737 percettori irregolari o con necessità di regolarizzare la posizione”, ha aggiunto.
La ministra ha anche posto l’accento sul fallimento della misura rispetto al reinserimento lavorativo, affermando: “Il Reddito di cittadinanza ha mostrato da subito aspetti di criticità legati al forte disallineamento tra il sostegno monetario e le iniziative di attivazione, reso evidente dall’aver iniziato l’erogazione monetaria senza aver provveduto a mettere in grado i centri per l’impiego di far fronte ai nuovi compiti loro assegnati sul piano occupazionale”.
“Noi vediamo nel lavoro la risposta alla povertà: è il mezzo migliore per contrastare le condizioni di indigenza”, ha concluso la ministra. Ma le opposizioni non sembrano vederla così e non sono mancate le polemiche. “Se la Guardia di Finanza su 25 miliardi ha trovato truffe per 500 milioni, cioè per il 2 per cento delle pratiche di Rdc vuol dire che qualcosa ha funzionato”, ha dichiarato Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato.
Intanto, con 168 voti a favore, 128 contrari e tre astenuti, l’Aula della Camera ha approvato la questione sospensiva della maggioranza, riinviando così l’esame della proposta di legge dell’opposizione sul salario minimo per un periodo di sessanta giorni.
L’opposizione, però, non sente storie e sta già avviando una raccolta firme sul salario minimo promossa da Pd, M5s, Verdi-SI, Azione e Più Europa. L’obiettivo è tenere alta l’attenzione sul tema. Se la maggioranza rimanda la questione, ora “si ritroverà sul tavolo della discussione anche tutto il sostegno delle adesioni e delle firme dei cittadini in appoggio alla nostra proposta”, ha dichiarato il M5s.