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Fiba: quanto l’aumento dei tassi d’interesse pesa sulle famiglie

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Un dossier per indagare come l’aumento dei tassi d’interesse decisi dalla Bce pesi sui prestiti concessi alle famiglie italiane. È lo scopo del dossier Mutui e crediti al consumo elaborato dalla Fabi, Federazione autonoma bancari italiani.

La Fabi ricorda come lo scorso anno la Bce ha disposto l’aumento del costo del denaro, portandolo al 2,5 per cento e alla luce di questa variazione come sono cambiate le rate dei vari tipi di finanziamento.

Di qualche giorno fa poi la notizia che il Consiglio direttivo della Bce ha stabilito di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3, per cento, al 3,25 per cento e al 2,50 per cento, con effetto dall’8 febbraio 2023.

Secondo il dossier in Italia sono 6,8 milioni le famiglie indebitate, pari a circa il 25 per cento del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.

Leggendo il documento della Fabi si scopre che “Comprare oggi un’automobile a rate, per esempio un modello da 25.000 euro, costa, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 10,9 per cento, quasi 5.000 euro in più rispetto al 2021”.

Ad aumentare non solo le rate dei finanziamenti già in corso, ma anche quelle dei nuovi mutui. Le rate dei mutui a tasso fisso sono quasi raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile la spesa mensile è salita del 24 per cento. Facendo un esempio concreto, il dossier spiega che “Per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche è del 3,9 per cento), la rata mensile è di 1.056 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 3,7 per cento, la rata mensile è, invece, di 517 euro. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 43 per cento”.

L’aumento dei tassi Bce e le rate dei mutui

• Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021/inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso.

• Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 43 per cento: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 715 euro ovvero 215 euro in più.

• I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8 per cento anche oltre il 4 per cento con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche raddoppiate.

• I nuovi mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8 per cento dallo 0,6 per cento di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile oggi è di 825 euro, ben 160 euro in più (+24 per cento) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.

Finanziamento a rate: quanto è cambiato

A fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1 per cento, oggi è del 10,9 per cento:

  • per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 42.272 euro, con una differenza complessiva di 4.847 euro (+13 per cento)
  • per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.012 euro, con una differenza complessiva di 70 euro (+7,5 per cento).

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