All’indomani dei risultati elettorali, partono – come di consueto – le analisi dei cosiddetti “flussi”, cioè l’indagine sull’origine dei voti assegnati ad un determinato partito. In particolare le osservazioni riguardano gli elettori che avevano votato un partito in passato e domenica hanno optato per una scelta differente.
La domanda è scontata: ma come si fa a stabilire con esattezza questi “spostamenti”? E come si fotografano le scelte per categorie, ad esempio quelle dei giovani, tanto più che per la prima volta anche quelli sotto i 25 anni hanno votato per il Senato?
La tecnica più utilizzata è un modello chiamato Goodman, che analizza la distribuzione dei voti in alcuni seggi campione. Altro sistema è quello dei sondaggi. Sono molteplici i centri studi e gli istituti che si occupano di questo, ad esempio l’istituto Cattaneo, Ipsos, Ixè, SWG, YouTrend e il Centro studi elettorali dell’Università Luiss.
Le conclusioni degli studi sono abbastanza attendibili quando le differenti analisi coincidono.
Due tendenze appaiono abbastanza verosimili: il Terzo Polo di Calenda e Renzi ha sottratto voti principalmente al Partito democratico (dal 30 al 50 per cento), in misura minore a Forza Italia; invece Fratelli d’Italia ha intercettato voti principalmente da elettori che in passato avevano votato Lega (il 26 per cento secondo le stime dell’istituto Noto Sondaggi pubblicate dal Corriere della Sera), Forza Italia (15 per cento) e Movimento Cinque Stelle (12 per cento, sebbene altre rilevazioni accentuino la percentuale del M5S).
Il partito che ha perso più voti a favore dell’astensione, intorno ad un terzo del totale, è il Movimento Cinque Stelle, che è anche quello che ha visto il tracollo maggiore in termini di consensi rispetto alle scorse elezioni politiche: da quasi 11 milioni di voti a poco più di 4 milioni.
Per quanto riguarda le categorie, il 34,6 per cento degli operai avrebbe votato Fratelli d’Italia (sondaggio Ipsos pubblicato dal Corriere della Sera), il 16,4 per cento il Movimento Cinque Stelle, il 13,4 per cento la Lega. Residuale la percentuale del Partito democratico, un dato emblematico se si pensa che il Pd è l’erede del Partito comunista italiano.
Per quanto riguarda la categoria dei cosiddetti “poveri”, anche in questo caso la maggior parte dei consensi è andata a Fratelli d’Italia (29 per cento secondo SWG), poi Movimento Cinque Stelle (23 per cento).
Sul voto dei giovani, i dati non sono univoci. Più istituti di sondaggi pongono Fratelli d’Italia come primo partito nell’età compresa tra 18 e 34 anni. In cima alle preferenze anche il Movimento Cinque Stelle, il Pd e il Terzo Polo.
Per livello di istruzione, al primo posto ci sarebbe il Pd, seguito a ruota da Fratelli d’Italia.
Una curiosità finale. Secondo Ixè, il 3,1 per cento delle persone che si definiscono di sinistra ha votato Fratelli d’Italia, mentre lo 0,5 per cento degli elettori di destra ha votato per l’alleanza Verdi-Sinistra.