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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: l’impegno dell’Italia

Un segnale per dire no all’escalation di violenza contro le donne che sembra non voglia fermarsi. È con questa motivazione che il Senato italiano ha approvato all’unanimità l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Il testo presentato il 13 ottobre 2022 è stato votato ieri 24 novembre, anticipando di un giorno la celebrazione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre oggi 25 novembre. Indetta nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in memoria e monito dei fatti accaduti il 25 novembre 1960 nella Repubblica Domenicana. Quel giorno tre sorelle, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare, condotte in un luogo nascosto e stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Ricorda l’accaduto anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento in occasione dell’incontro “Non più sole – La drammatica attualità della violenza contro le donne”.

“I dati delle Nazioni Unite parlano chiaro – ha dichiarato il premier – e ci dicono che, nell’arco della propria vita, una donna su tre ha subito abusi e violenza, fisica o psicologica. Donne, ragazze e bambine continuano ad essere, in molte aree del mondo, anche in situazioni di conflitto armato e di emergenze, vittime di discriminazioni, violenze, abusi e sfruttamento”.

E non dimentica di porre l’attenzione sui risvolti atroci della guerra e sulle sue vittime più indifese. “È una realtà – ha detto la Meloni – quella degli stupri in zone di guerra, che con l’aggressione russa all’Ucraina si è riaffacciata in tutta la sua atrocità anche qui in Europa. Gli stupri di guerra sono un’arma vera e propria, un’arma tremenda che riduce le donne a territorio da possedere, che crea ferite insanabili, rancori che permangono nel tempo, spesso per tutta la vita. Su questo è urgente un impegno di tutta la comunità Internazionale: l’Italia partecipa a numerosi programmi delle Nazioni Unite che hanno l’obiettivo di tutelare i diritti di donne e delle bambine e assicurare giustizia alle vittime di abusi e violenze”. 

Giorgia Meloni tocca anche un’altra tematica importante legata alla violenza sulle donne e alla loro appartenenza ideologica e culturale, soprattutto con riferimento alle donne immigrate. “Le battaglie contro le mutilazioni genitali e i matrimoni precoci e forzati hanno visto da sempre l’Italia in prima linea. Maltrattamenti fisici, limitazioni nell’abbigliamento, divieto di andare a scuola, imposizione di matrimoni non voluti, abusi, omicidi vengono giustificati dagli autori perché ritenuti conformi alla religione o alla cultura del Paese di origine. Un assunto inaccettabile perché nessuna cultura può definirsi tale se contempla la violenza sulle donne: è un concetto che non dobbiamo aver paura di ribadire con forza”.

Impossibile non parlare della stretta attualità e di quello che sta accadendo in Iran e in altri Paesi. “Dobbiamo sostenere il desiderio di libertà e le battaglie – ha affermato il presidente Meloni – che, in alcune Nazioni, dall’Afghanistan all’Iran, le donne stanno portando avanti con coraggio e determinazione e per rivendicare il proprio ruolo nella società”.

E ribadisce l’impegno del governo al fianco delle donne. “Questo Governo è e sarà sempre in prima linea per combattere la violenza sulle donne e la terribile piaga del femminicidio. C’è molto lavoro da fare e intendiamo portarlo avanti a 360 gradi, incentrando il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione e certezza della pena. Questo Esecutivo rifinanzierà i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio; ci impegneremo per attuare la legge 53 del 2022 sulla raccolta dei dati statistici sulla violenza contro donne, che ancora necessita dei decreti attuativi e di attività tecniche. […] Faciliteremo l’adozione di protocolli e migliori pratiche nei Tribunali per un’applicazione sempre più efficace della normativa sul ‘codice rosso’. Lavoreremo per garantire la certezza della pena, per potenziare le misure di protezione delle vittime e rafforzare il ricorso allo strumento dei braccialetti elettronici, che spesso non vengono applicati perché semplicemente non ce ne sono. Investiremo sulla formazione degli operatori – Forze dell’Ordine, magistrati, avvocati, medici, assistenti sociali, docenti e personale sanitario – e sulla cooperazione tra le diverse figure professionali per trovare le soluzioni più adeguate al singolo caso concreto e gli interventi più efficaci per proteggere gli eventuali minori coinvolti. […] Intendiamo rafforzare il Piano anti-tratta per un’azione più incisiva a difesa e protezione delle vittime”.

Nel suo discorso cita anche l’avvio di campagne di sensibilizzazione ed informazione. Un percorso avvalorato dal rapporto che annualmente il ministero degli Interni pubblica grazie ai dati forniti dalla Polizia criminale.

Sono numeri importanti quelli che emergono dal report interforze 2022, il terzo “Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, curato dalla direzione centrale della Polizia criminale. Dall’inizio dell’anno fino al 21 novembre, sono state uccise 104 donne. Nei primi nove mesi del 2022 sono stati 82 gli omicidi volontari che hanno colpito il genere femminile (in calo rispetto allo stesso periodo del 2021 che ne contava 90). Sono rispettivamente la Sicilia e il Lazio a detenere il più alto numero di delitti commessi nell’arco di due anni (2019-2022), poi Lombardia e Piemonte. Fanalini di coda della classifica il Molise, penultimo e la Valle d’Aosta, ultima.

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