
Oltre ai timori per la salute, il coronavirus comincia a presentare il salato conto economico. La Borsa perde punti pesanti in tutta Europa, lo spread italiano risale dai minimi intorno a 130 punti su cui si era stabilizzato e molti settori economici cominciano a temere gravi conseguenze soprattutto sul fronte dell’export.
In particolare, tra i comparti che saranno sicuramente più colpiti, ci sono il lusso, che è poi uno dei segmenti principali del “made in Italy”, ma anche l’agroalimentare, dal momento che è tutta l’immagine del nostro Paese a risentirne. Flessione per i viaggi, le compagnie aeree e il turismo in generale. Accusa rallentamenti anche l’automotive.
Alcuni settori accusano principalmente l’inevitabile calo della domanda del mercato cinese, strategico negli ultimi anni. C’è poi il problema della chiusura di alcuni stabilimenti in Cina, per cui a risentirne è la filiera produttiva mondiale, ad esempio nel settore automobilistico. Un esempio è offerto dalla Volkswagen che ha quasi il 40 per cento della sua produzione in quel mercato.
Il problema principale, però, resta quello dell’imprevedibilità sia dell’estensione del contagio sia della sua durata.