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Il Report di AlmaLaurea sul Profilo dei dottori di ricerca ha analizzato le performance formative di 4.303 dottori di ricerca del 2021 di 33 atenei e di 5.255 dottori di ricerca del 2020 di 45 atenei, contattati a un anno dal conseguimento del titolo.
Per quanto riguarda i dottori di ricerca del 2021, il 7,9% di loro ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato); il 13,5% dei dottori ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree o double/multiple degree).
Inoltre il 56,7% dei dottori di ricerca ha conseguito il dottorato nello stesso ateneo della laurea, il 30,3% in un ateneo italiano diverso da quello di conseguimento della laurea, il 12,7% dei dottori ha ottenuto la laurea in un ateneo estero. Il 16,2% dei dottori di ricerca ha cittadinanza estera.
Gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di dottorato hanno ottenuto, in media, buone performance nel percorso di studio precedente; il 68,8% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha ottenuto 110 e lode nella laurea di secondo livello.
L’età media al dottorato di ricerca è pari a 32,6 anni e il 51,2% dei dottori ottiene il titolo di dottorato al massimo a 30 anni di età.
MOTIVAZIONI E FRUIZIONE DI FINANZIAMENTI
Aveva intenzione di iscriversi al dottorato già al momento della laurea il 76,0% dei dottori di ricerca. Tra le motivazioni ritenute decisamente importanti per l’iscrizione vi sono: il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (83,3%), la possibilità di svolgimento di attività di ricerca e studio in ambito accademico (50,8%) e il miglioramento delle prospettive lavorative (41,1%).
La fruizione di finanziamenti per la frequenza del dottorato ha riguardato l’81,8% dei dottori di ricerca.
ATTIVITÀ SVOLTE DURANTE IL DOTTORATO
Tra i dottori di ricerca, l’81% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del proprio corso di dottorato.
Il 50,6% dei dottori di ricerca ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero e per il 32,8% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 8,7 su una scala 1-10.
Il 33,1% dei dottori dichiara di aver dedicato alla ricerca oltre 40 ore a settimana (il 10% ha dedicato alla ricerca più di 50 ore alla settimana) e il 77,5% dei dottori è stato coinvolto in gruppi di ricerca.
Infine l’86,6% dei dottori ha realizzato almeno una pubblicazione e, tra questi, l’85,6% l’ha realizzata in inglese.
VALUTAZIONE DEL DOTTORATO E PROSPETTIVE FUTURE
Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza di dottorato appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei dottori in merito ad alcuni aspetti.
L’acquisizione di nuove competenze e abilità specifiche ha ottenuto in media un punteggio di 8,1 su scala 1-10; l’approfondimento di contenuti teorici 7,8 e la padronanza di tecniche di ricerca 7,8.
Il 65,7% dei dottori di ricerca dichiara che, potendo tornare indietro al momento dell’iscrizione, si iscriverebbe nuovamente allo stesso corso di dottorato e presso lo stesso ateneo. Il 3,1% rifarebbe un altro dottorato nello stesso ateneo, il 6,1% un dottorato in un altro ateneo italiano, il 17,2% si iscriverebbe ad un dottorato all’estero e il 7,3% non si iscriverebbe più ad un dottorato.
Il 67,9% dei dottori ritiene che per il proprio settore disciplinare ci siano maggiori opportunità lavorative all’estero. Solo l’8,2% dei dottori ritiene invece di avere maggiori opportunità di affermarsi in Italia.
LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI DOTTORI DI RICERCA
Riguardo ai dottori di ricerca del 2020, contattati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 90,9%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è pari al 4,8%. Il 29,9% degli occupati prosegue l’attività intrapresa prima del conseguimento del dottorato, il 10,1% ha dichiarato di avere cambiato lavoro dopo il conseguimento del titolo; il 60% degli occupati si è inserito nel mercato del lavoro solo al termine del dottorato di ricerca.
CARATTERISTICHE DEL LAVORO
Tra gli occupati a un anno dal conseguimento del dottorato, l’8,5%, svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.), il 23,8% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato. Il 33,5% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, l’8,4% può contare su una borsa post-doc, di studio o di ricerca e il 20,4% dichiara di essere stato assunto con un contratto non standard (per la quasi totalità si tratta di contratti alle dipendenze a tempo determinato). Il 4,5% è impegnato con contratti formativi, lavori parasubordinati, altri tipi di lavoro autonomo o senza regolare contratto.
La retribuzione mensile netta dei dottori di ricerca è, in media, pari a 1.784 euro. Il 6,4% degli occupati svolge un lavoro part-time.
L’82,8% degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata
specializzazione: in particolare, il 43,8% è un ricercatore o tecnico laureato nell’università mentre il 39% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Decisamente contenute le quote di occupati che svolgono altre professioni. Il 63% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, il 24,3% in misura ridotta, mentre il 12,6% ha dichiarato di non svolgere per nulla attività di ricerca.
Il 71,9% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto, il 19,5% degli occupati dichiara che il titolo è abbastanza efficace per lo svolgimento del proprio lavoro, l’8,7% ritiene che sia poco o per nulla efficace. Il 70,4% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio, il 24,1% le utilizza in misura ridotta, il 5,4% dichiara di non utilizzarle per nulla.
CARATTERISTICHE DELL’IMPRESA
Ma dove vanno a lavorare? Il 65,8% dei dottori di ricerca è occupato nel settore pubblico, il 31,6% in quello privato, mentre il 2,4% è occupato nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe l’89,7% dei dottori di ricerca, mentre l’industria accoglie il 9,2% degli occupati; lo 0,6% ha trovato impiego nel settore dell’agricoltura. Il 42,5% degli occupati dichiara di lavorare al Nord, il 31,2% al Centro, il 12,6% nel Mezzogiorno.
Infine, il 13,6% lavora all’estero.