L’Istat rivede le stime relative ai conti economici nazionali, mostrando un lieve aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano e un miglioramento dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil.
Secondo l’Istituto nazionale di statistica, l’incremento del prodotto interno lordo avvenuto nel secondo trimestre 2024, conferma il trend positivo dell’ultimo anno, registrando il quarto tasso di crescita consecutivo.
Nel 2023 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 2.128.001 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 42.625 milioni rispetto alla stima di marzo scorso.
Con riferimento all’anno 2021, la riesamina generale dei conti nazionali ha modificato sensibilmente le stime dei livelli del Pil e dei principali aggregati negli ultimi anni. In particolare, rispetto a quanto diffuso a marzo 2024, il Pil nominale del 2021 è risultato superiore di circa 21 miliardi; nel 2022 e 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi. Per effetto della nuova valutazione, il Pil in volume del 2023 si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008. La revisione generale dei conti economici e degli aggregati di finanza pubblica ha comportato un miglioramento dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil che, per il 2022 e per il 2023, si attesta rispettivamente a -8,1% e -7,2% (dal -8,6% e -7,4% nelle stime rilasciate lo scorso aprile).
“L’economia internazionale continua a mostrare una crescita moderata ma stabile, sostenuta dal calo dell’inflazione e da condizioni del mercato del lavoro ancora solide in molti paesi. Le prospettive per i prossimi mesi si confermano incerte” riporta l’Istituto nazionale di statistica in una recente pubblicazione.
A luglio, dopo l’ascesa nei due mesi precedenti, la produzione industriale italiana registra una contrazione, eterogenea in tutti i settori produttivi, in linea con altri Paesi dell’Ue e in particolare con la Germania. Anche sul piano dell’export, continuano a ridursi le vendite dirette di beni in valore verso i mercati Ue.
Di contro, prosegue l’andamento crescente dell’occupazione; il numero di occupati supera i 24 milioni di unità.
Ad agosto, dopo quattro mesi di calo, migliora invece la fiducia delle imprese e contestualmente peggiora, dopo tre mesi di incremento, quella dei consumatori.