Continua a crescere l’economia italiana, con 440mila nuove posizioni nel settore privato a giugno 2024, a dimostrazione della vitalità e solidità del mercato del lavoro. Nonostante una leggera flessione registrata rispetto all’anno precedente, da record, si confermano i trend positivi sul campo occupazionale. Sono soprattutto i contratti a tempo indeterminato ad aumentare di ben 347mila unità.
L’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps, che analizza assunzioni, trasformazioni e cessazioni, ha notato una diminuzione delle assunzioni a tempo indeterminato e un aumento dei contratti a termine. Il lavoro occasionale è cresciuto del 14% a giugno 2024.
Positive anche le ultime previsioni del Sistema informativo Excelsior Unioncamere per il 2024-2028, che stima, per il periodo considerato, un fabbisogno occupazionale complessivo compreso tra 3,4 e 3,9 milioni di unità.
I lavoratori dipendenti nel settore privato rappresenteranno il 60% del totale (quota media degli scenari), i dipendenti pubblici avranno un’incidenza del 23%, mentre gli indipendenti copriranno il 17%.
Poco meno di tre quarti della domanda deriverà dai settori dei servizi, inclusa la pubblica amministrazione, con un fabbisogno stimato tra circa 2,6 e 2,9 milioni di unità tra il 2024 e il 2028. Nei settori industriali, la richiesta varierà tra 793mila e poco più di 900mila di unità.
In agricoltura, la domanda di lavoro sarà più ridotta, con circa 74mila unità nello scenario meno favorevole e 92mila unità nello scenario positivo.
Nel quadriennio si calcola che nei settori privati ci sarà una necessità di circa 640mila lavoratori immigrati, pari a oltre un quinto di quello stimato per il quinquennio. Il fabbisogno di personale straniero dovrebbe incidere maggiormente nell’agricoltura (con una quota del 35% sul fabbisogno previsto del settore) e nell’industria (28%), e a livello di filiera nella moda (45,7%), mobilità e logistica (33%), agroalimentare (32,1%), legno e arredo (29,9%) e costruzioni e infrastrutture (29,4%).
Decisiva la spinta proveniente dal Pnrr che andrà a influenzare soprattutto quelle tipiche filiere settoriali maggiormente coinvolte dagli investimenti del Piano: ingegneri e tecnici in campo ingegneristico che saranno richiesti sia dai servizi di consulenza alle imprese sia dalla filiera della meccatronica e robotica; i tecnici della salute (che comprendono infermieri, fisioterapisti, radiologi, tecnici di laboratorio), i medici e le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali che saranno essenziali per rendere operative le strutture che saranno realizzate grazie ai fondi del Pnrr. Invece i tecnici ICT e gli specialisti in scienze matematiche e informatiche saranno assorbiti in modo trasversale dai diversi settori coinvolti nella transizione digitale.