Arrivano dall’Ue 11 miliardi di euro per la quinta rata del Pnrr. Il pagamento è stato confermato dalla valutazione positiva della Commissione europea, adottata formalmente lo scorso 2 luglio, connessa al conseguimento delle 66 riforme, sette in più rispetto al piano originario, e 150 investimenti. Con il parere favorevole espresso il 24 novembre 2023, approvato con decisione di esecuzione del Consiglio l’8 dicembre 2023, la Commissione Ue ha concordato all’Italia una revisione del Pnrr. Il nuovo Piano ammonta a 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di prestiti e 71,8 miliardi di sovvenzioni), con un aumento, rispetto alla dotazione iniziale di 191,5 miliardi, di 2,76 miliardi come contributi a fondo perduto (sovvenzioni) per la realizzazione del RePowerEU e 145 milioni a seguito dell’aggiornamento del contributo finanziario massimo.
Con l’incasso della quinta rata l’Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’ammontare maggiore di finanziamento, pari a 113,5 miliardi di euro, corrispondente al 58,4% delle risorse complessive del Piano. “L’Italia è al primo posto in Europa per numero di obiettivi raggiunti e importo complessivo ricevuto – afferma il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni – siamo stati i primi a richiedere il pagamento della quinta rata e siamo i primi ad aver richiesto il pagamento della sesta rata del Piano. I recenti dati Istat sul Pil, che stimano una crescita acquisita nel primo semestre 2024 pari allo 0,7% e gli ultimi dati del rapporto Svimez, che nel 2023 evidenziano la decisa accelerazione del Pil nel Mezzogiorno, con un incremento di nuova occupazione pari al 2,6%, sono la riprova dell’efficace lavoro portato avanti dal governo e dalle amministrazioni titolari per il conseguimento degli obiettivi programmati e per l’attuazione di misure virtuose per la crescita economica strutturale dell’Italia”.
I traguardi e gli obiettivi conseguiti con il pagamento della quinta rata riguardano quattordici riforme e ventidue investimenti in settori strategici per la modernizzazione della nazione, tra cui la concorrenza, gli appalti pubblici, la giustizia, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, l’istruzione secondaria e terziaria, le infrastrutture, la sanità, la cultura, l’università e la pubblica amministrazione, con la messa a terra degli interventi per la transizione al digitale.
Intanto è stata già trasmessa a fine giugno alla Commissione Ue, la richiesta di pagamento della sesta rata del nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari a 8,5 miliardi di euro.
“Nei prossimi mesi, insieme all’attività di assessment propedeutica al pagamento della sesta rata, – dichiara il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto – il governo intensificherà il monitoraggio sull’attuazione del Piano, in costruttiva collaborazione con la Commissione europea e con tutte le amministrazioni titolari, finalizzato al conseguimento degli obiettivi della settima rata, riservando particolare attenzione alle misure inserite nelle ultime tre rate, all’allineamento della piattaforma ReGiS, all’incremento della spesa e all’avanzamento procedurale e finanziario del Piano”.