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Recovery Fund: arrivano i numeri di Draghi

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Sarà discusso oggi in Consiglio dei ministri il piano italiano per il Next Generation Eu dopo l’incontro avvenuto ieri tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, i ministri più coinvolti nel progetto e i capi delegazione dei partiti.

Un’accelerazione questa del premier italiano vista l’avvicinarsi della data di scadenza per la presentazione dei piani nazionali all’Ue prevista per il prossimo 30 aprile, resa ancora più stringente vista la postilla messa in essere da Bruxelles che stabilisce che i primi a presentare i progetti avranno accesso più velocemente alla prima tranche di fondi a luglio.

I NUMERI DI DRAGHI

Il pacchetto complessivo di risorse messe in campo da Draghi è di 221,5 miliardi: 191,5 miliardi coperti con il Recovery Fund vero e proprio e 30,04 del Fondo complementare alimentato con deficit, che secondo le stime incederanno sulla crescita del Pil di 3 punti nel 2026.

 Nello specifico dei vari comparti il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è strutturato in sei missioni e 16 componenti: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura sono previsti 42,55 miliardi (38,25 per nuovi progetti), per Rivoluzione verde e transizione ecologica 57 (34,6), per Infrastrutture per mobilità sostenibile 25,33 (14,13), per Istruzione e ricerca 31,88 (24,1), per Inclusione e coesione 19,12, per Salute 15,63 (12,65). Cifre che portano al totale di 191,5 miliardi.

Tra i fondi finanziati con le risorse Ue, salta l’intervento da circa 5 miliardi a sostegno dell’operazione cashback per favorire i pagamenti digitali. Trovano invece conferme le principali linee di intervento rispetto al vecchio piano. Come gli incentivi fiscali del piano Transizione 4.0 con 18,5 miliardi e la banda ultralarga che viene ulteriormente ampliata e portata a 5,3 miliardi di cui 4 per progetti nuovi.

Si aggiungono i 30 miliardi del Fondo complementare che assegna alla missione per il digitale ulteriori 6,13 miliardi di cui 1 per la diffusione del 5G e 400 milioni per la connessioni veloci nelle strade extraurbane. Alla missione Rivoluzione verde il fondo nazionale assegna 11,65 miliardi tra i quali spiccano gli 8,25 per l’ecobonus e il sismabonus al 110% a compensare il calo della quota europea rispetto alla versione originaria del governo Conte bis. Alle infrastrutture per una mobilità sostenibile vanno 6,12 miliardi. All’Inclusione e coesione 3,25 e alla Salute 2,89.

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