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Ricerca Swg: cresce la paura per fake news e odio in Rete

Trieste in questi giorni è protagonista della terza edizione di “Parole O_Stili”, progetto di sensibilizzazione contro la violenza delle parole, durante la quale i più importanti esperti della Rete si ritrovano per discutere sui temi della consapevolezza digitale e dei linguaggi ostili: cyberbullismo, fake news, revenge porn, crisis management, ecc.

In occasione dell’appuntamento, Swg di Trieste ha elaborato la ricerca “Odio e falsità in rete. La percezione dei cittadini a distanza di due anni”*.

Dai risultati emerge una sensibile crescita (più 13 per cento) della paura di abboccare alle fake news sui social e in Rete: si passa dal 26 per cento del 2017 al 39 per cento del 2019.

Aumenta quindi il senso di insicurezza e vulnerabilità di chi naviga sul web.

In crescita del 4 per cento anche il rischio di subire episodi di odio e di violenza verbale (bullismo, diffamazione, denigrazione, ecc): dall’11 per cento del 2017 per arrivare al 14 per cento del 2019. In salita anche la percentuale di chi crede che sia in corso un processo di decadimento del linguaggio (più 4 per cento): dal 9 al 13 per cento.

Gli utenti della Rete sono sempre più convinti che ormai i nostri dibattiti online si svolgano solo attraverso le estremizzazioni delle opinioni (più 5 per cento): dal 7 per cento del 2017 al 12 per cento del 2019.  A conferma che il web viene percepito come terreno ostile per un confronto costruttivo.

Significativa la percentuale che vede gli intervistati d’accordo all’80 per cento sulle false notizie come un grave problema per la società. Sconfortante, invece, quel 68 per cento che si è rassegnato alla violenza verbale online considerandola il nostro nuovo modo di comunicare ai tempi di internet.

Una nota importante va fatta sui dati riferiti alle vittime di hate speech.

È in diminuzione rispetto al 2017 la percezione che a subire linguaggi violenti siano i migranti (meno 12 per cento) – si passa dal 20 per cento del 2017 all’8 per cento del 2019 – i politici (meno 8 per cento) – dal 22 al 14 per cento – e le donne, dal 19 all’11 per cento.

In aumento, invece, l’idea che le nuove vittime siano le forze dell’ordine: se nel 2017 era il 6 per cento adesso cresce fino al 9 per cento.

Invariate restano le percentuali per omosessuali, personaggi dello spettacolo, disabili.Manifesto della comunicazione non ostile per la scienza

Tra le novità di questa edizione della manifestazione friulana c’è la presentazione delManifesto della comunicazione non ostile per la scienza: dieci semplici principi di stile a cui ispirarsi per una narrazione corretta, semplice e non ostile della scienza e delle sue storie. A orientarne la declinazione saranno i contributi di più di 100 esperti del settore. Tra i primi firmatari: l’astronauta Umberto Guidoni, Luca Mercalli, Responsabile dell’Osservatorio Metereologico del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e saggista, Paolo Giordano scrittore e fisico italiano, Mauro Giacca del King’s College di Londra, Giorgio Ventre, direttore della Developer Academy Apple di Napoli, Andrea Bandelli Executive Director di Science Gallery, Luigi Amodio, Direttore della Fondazione IDIS-Città della Scienza di Napoli, Barbara Gallavotti, autrice Superquark, Luca Perri vincitore nazionale del talent scientifico Famelab (2015), è un appassionato divulgatore scientifico e molti altri.

Il Manifesto è realizzato nell’ambito del progetto SHARPER – Notte Europea dei Ricercatori, coordinato dal Master in comunicazione della scienza Franco Prattico della SISSA e da UniTS, e diventerà documento ufficiale di Trieste Città europea della scienza 2020.

Il Piccolo Coro “Mariele Ventre” ha registrato una canzone dedicata al Manifesto della comunicazione non ostile, presentata in anteprima durante la manifestazione.

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