“Sono stato relatore di quella riforma dei servizi pubblici locali, acqua inclusa, che è stata poi cancellata con il cosiddetto ‘referendum per l’acqua pubblica’: con quella riforma l’acqua sarebbe rimasta pubblica, ma sarebbe stato più facile intervenire sulla rete idrica, che oggi continua a perdere circa il 40 per cento del contenuto”.
Il senatore Lucio Malan (Fratelli d’Italia), 62 anni, piemontese di Luserna San Giovanni, alla sesta legislatura in Parlamento (eletto per la prima volta alla Camera nel 1992), ha voce in capitolo quando si parla dell’emergenza siccità di questi giorni. La sua riforma del 2009, contenuta nel decreto “salva-infrazioni”, prevedeva un passaggio graduale, ma rapido, alle gare ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione delle utilities «che produrranno concorrenza effettiva – come spiegò a suo tempo lo stesso senatore.
Se non ci fosse stato il referendum sostenuto dai “Movimenti per l’acqua”, entro il 2015 la partecipazione pubblica nel capitale delle ex municipalizzate quotate sarebbe dovuto scendere sotto il 30 per cento, pena la cessazione delle concessioni. In sostanza, le amministrazioni locali si sarebbero dovute assumere in prima persona la responsabilità per l’acqua e per le condotte idriche, depotenziando le municipalizzate che, a detta di molti, spesso costituiscono “carrozzoni dove piazzare parenti ed amici”, come ebbe modo di denunciare lo stesso senatore Malan.
Nelle dichiarazioni che il senatore ha rilasciato al nostro Giampiero Castellotti, manifesta la preoccupazione per l’economia del nostro Paese a causa delle conseguenze del conflitto in Ucraina, dell’aumento dei costi delle materie prime, dell’inflazione. “Ci vuole una grandissima attenzione per le persone e per le imprese, badando primariamente all’interesse del nostro Paese, all’interesse di chi ci vive – ha detto Malan. “Occorre sostenere concretamente le aziende in difficoltà, in particolare quelle del settore agricolo, anche perché i problemi nella produzione agricola si riverseranno sull’aumento dei prezzi dei generi alimentari”.