
La Commissione IX del Senato ha approvato un pacchetto di interventi mirati a trasformare profondamente il settore moda italiano. Le misure, inserite nel disegno di legge annuale dedicato alle piccole e medie imprese e presentate in collaborazione con il ministero delle Imprese e del made in Italy, puntano a rafforzare la competitività del settore attraverso innovazione, sostenibilità e valorizzazione delle filiere produttive.
Gli emendamenti introducono un innovativo sistema di certificazione della filiera produttiva per garantire legalità, tracciabilità e conformità normativa lungo l’intera catena del valore.
Il provvedimento istituisce un meccanismo di certificazione su base volontaria, affidato a soggetti abilitati alla revisione legale, che verificherà la regolarità contributiva, fiscale e giuslavoristica delle imprese lungo tutto il processo produttivo, dalle capofila ai subfornitori. La certificazione attesterà inoltre l’assenza di condanne o sanzioni per titolari e amministratori in materia di lavoro e sicurezza.
Un elemento innovativo della deliberazione riguarda l’obbligo di inserire nei contratti di filiera clausole che assicurino il rispetto della normativa anche da parte dei subfornitori. Le imprese capofila dovranno acquisire, al momento della stipula contrattuale, la documentazione completa di regolarità contributiva e fiscale, garantendo così trasparenza lungo l’intera catena produttiva.
Per ottenere la certificazione, le imprese dovranno adottare un modello organizzativo di prevenzione dei reati sullo sfruttamento del lavoro, come previsto dal decreto legislativo 231/2001. La certificazione avrà validità annuale e sarà rinnovabile previa verifica dei soggetti accreditati, anche attraverso audit diretti presso gli stabilimenti produttivi.
Presso il Mimit sarà istituito un registro pubblico delle certificazioni, consultabile da operatori e consumatori. Le imprese certificate potranno utilizzare la dicitura “Filiera della moda certificata” nelle attività promozionali e commerciali. L’utilizzo improprio del marchio sarà sanzionato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato con multe comprese tra 10mila e 50mila euro.
“La reputazione dei nostri brand è oggi sotto attacco, in Italia come all’estero”, ha dichiarato il ministro Adolfo Urso. “Siamo in campo con misure concrete per difendere con fermezza la moda italiana, per proteggerne la reputazione e i valori che l’hanno resa sinonimo di bellezza, qualità e autenticità: il Made in Italy che il mondo ammira e che abbiamo il dovere di tutelare e rendere ancora più forte anche sul piano della legalità”.
L’approvazione del pacchetto normativo giunge alla vigilia della riunione urgente sulle emergenze del settore, convocata per mercoledì 15 ottobre 2025 al ministero delle Imprese e del made in Italy. È inoltre prevista la convocazione del Tavolo della moda per il 17 novembre successivo.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
