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Sondaggio: le abitudini “green” di millennials e generazione Z

Le giovani generazioni sono sempre più consapevoli di come le azioni quotidiane abbiano un impatto significativo su salute e ambiente. Un atteggiamento fatto di conoscenze teoriche finalizzate però a compiere azioni concrete per cambiare le cose, a partire da modifiche delle proprie abitudini di consumo.

Una tendenza confermata dai risultati di una ricerca svolta a livello internazionale da Toluna per il Gruppo Culligan intervistando per l’Italia mille partecipanti, appartenenti per metà alla Generazione Z (16-24 anni) e per metà ai Millennials (25-40 anni), su temi legati all’impatto ambientale dei comportamenti personali. Ne è emersa una platea di persone straordinariamente attenta all’argomento, con l’85 per cento (82 per cento nella Generazione Z e 88 per cento tra i Millennials) che si è detto “molto interessato” o “interessato” a tali questioni.

Grande volontà di conoscere, quindi, ma non solo. I giovani sono pronti a impegnarsi e già attuano numerosi comportamenti virtuosi. Davanti a tutti c’è la raccolta differenziata, portata avanti dal 79 per cento del campione, riciclare il più possibile (71 per cento), spegnere gli apparati elettronici quando non sono in uso (69 per cento) e lasciare asciugare i vestiti naturalmente dopo il lavaggio (64 per cento). Il tutto unito a una particolare applicazione nelle azioni riguardanti il consumo d’acqua, con il 59 per cento degli intervistati (nella Generazione Z si arriva al 65 per cento) che utilizza una propria borraccia e il 37 per cento che beve acqua del rubinetto per ridurre la plastica.

Anche le scelte a tavola sono influenzate da questa nuova coscienza che tutela ecosistema e salute, con un 78 per cento di persone, trasversale alle due fasce d’età, che ha affermato di aver apportato recentemente almeno una modifica al proprio stile alimentare. Ne hanno fatto le spese soprattutto le bevande gassate, evitate ora dal 43 per cento della Generazione Z e dal 46 per cento dei Millennials, mentre un terzo complessivo del campione afferma di aver abbandonato snack e junk food. E nuovamente si riscontra la centralità del tema acqua, con la decisione di bere solo quella del rubinetto o filtrata che è stata la terza opzione più indicata, con un 28 per cento totale e differenze minime tra Generazione Z e Millennials (rispettivamente 29 per cento e 27 per cento).

Una fiducia nell’acqua che esce dai rubinetti di casa e nell’efficacia dei sistemi di filtrazione che i giovani hanno anche quando si tratta di decidere come riempire le proprie borracce, diventate ormai un fedele compagno di viaggio in tutti gli spostamenti. Un 77 per cento del campione, stabile tra le due fasce d’età, ha infatti incoronato l’acqua del rubinetto come una fonte primaria. E anche i vari sistemi di filtrazione nel loro complesso (da quelli applicati al sistema idraulico e al rubinetto fino a quelli refrigeranti) rientrano tra le opzioni più considerate, soprattutto dalla Generazione Z (83 per cento), ma anche dai Millennials (69 per cento). In parziale controtendenza è invece il 22 per cento complessivo del campione, che afferma di bere anche l’acqua da bottiglie di plastica dalle proprie borracce.

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