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Ssn al collasso, le Regioni lanciano l’allarme

Il Sistema sanitario nazionale è al collasso. Raffaele Donini, coordinatore della commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, lancia l’allarme.

Presentatosi alla guida di una delegazione di assessori regionali alla Salute all’incontro con il ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, e con il titolare del dicastero della Salute, Orazio Schillaci, tenutosi il 7 marzo 2023, Donini ha esordito: “Dobbiamo intervenire subito e nel modo più appropriato. Perché non vorremmo trovarci nella condizione di affermare che l’operazione è riuscita ma il paziente è morto”, riporta Il Fatto Quotidiano.

Sono necessari “interventi urgenti e risolutivi di ordine finanziario e legislativo attraverso i quali consentire alle Regioni di non interrompere la programmazione sanitaria ed evitare la riduzione dei servizi”, ha proseguito il coordinatore della commissione Sanità.

Il sistema sanitario pubblico sta ora scontando tutti i sottofinanziamenti del Ssn, i mancati rimborsi delle spese sostenute per la pandemia, che si attestano su 3,8 miliardi di euro, cui si aggiungono gli 1,4 miliardi stanziati per il caro energia, la mancanza di infermieri e quella di medici, che continuano a fuggire dagli ospedali.

“Da tre anni chiudiamo i bilanci con nostre risorse straordinarie e per questo in molti casi irripetibili. Non è accettabile essere sottoposti a un piano di rientro, che significa taglio dei servizi e tasse in più, a causa del sotto-finanziamento e dei mancati rimborsi. I soldi si devono trovare”, continua Donini, concludendo che il servizio sanitario deve essere una priorità per il Governo.

Dei 5,2 miliardi di euro che mancano all’appello dei bilanci, le regioni chiedono “che il relativo impatto economico sia opportunamente ‘sterilizzato’ ai fini della verifica dell’equilibrio economico-finanziario”. Come ha spiegato Donini, “per evitare ricadute pesantissime sull’offerta di servizi ai cittadini chiediamo che questi importi non corrisposti vengano spalmati in un piano di ammortamento almeno decennale e che non contribuiscono al calcolo del deficit che porterebbe altrimenti al commissariamento di molte regioni”, riferisce La Stampa.

Nonostante le numerose difficoltà del sistema sanitario pubblico che arranca sempre di più, si continua a togliere fondi. Per il 2025 la spesa sanitaria prevista è solo del 6 per cento del Pil, ancor più bassa dello stanziamento iniziale che doveva essere del 6,4 per cento.
Per chi può permetterselo l’unica soluzione resta il privato, la cui spesa ha superato la soglia del 25 per cento già nel 2021, contando oltre 40 miliardi.

Insomma l’intervento del Governo è d’obbligo e deve essere tempestivo, prima che si giunga al collasso totale della sanità pubblica.

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