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Wef, nel 2024 l’economia globale si indebolirà

economia globale

Nel 2024 l’economia mondiale si indebolirà. È quanto previsto dal 56 per cento dei capi economisti del Forum economico mondiale (Wef). In occasione della 54esima edizione del Wef, che si aperta il 15 gennaio a Davos, gli esperti sono stati incaricati di redigere il rapporto sulle previsioni economiche per questo nuovo anno.

Tuttavia, la fotografia che emerge dall’analisi non lascia ben sperare. “L’attività economica mondiale rimane lenta, le condizioni finanziarie rimangono tese e sia le divisioni geopolitiche che le tensioni sociali continuano a crescere”, riporta l’Agi.

“A livello regionale, i risultati evidenziano divergenze nei modelli di crescita. L’attività economica più vivace è ancora prevista nel Sud e nell’Est asiatico. La Cina resta un’eccezione: le precedenti previsioni di forte e moderata crescita sono sostituite con previsioni di crescita ampiamente moderate (69 per cento) per il 2024. Negli Stati Uniti, nel Medio Oriente e nel Nord Africa, le prospettive si sono indebolite dal settembre 2023: circa sei intervistati su dieci si aspettano una crescita moderata o più forte quest’anno. In Europa, il 77 per cento prevede una crescita economica debole o molto debole nel 2024”.

In un altro rapporto si legge che “la recessione economica sta esacerbando una serie di sfide globali interconnesse, tra cui la crisi climatica e l’indebolimento del contratto sociale, che stanno collettivamente invertendo i progressi nello sviluppo globale”.

Come ha spiegato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del Wef, “ci troviamo di fronte a un mondo frantumato e con crescenti divari sociali, che portano a un’incertezza e un pessimismo pervasivi. Dobbiamo quindi ricostruire la fiducia nel nostro futuro andando oltre la gestione della crisi, esaminando le cause profonde dei problemi attuali e costruendo insieme un futuro più promettente”. “Ricostruire la fiducia”, infatti, è il tema di questa edizione del Forum.

Nonostante le previsioni, non bisogna lascarsi scoraggiare. È proprio nei momenti più difficili che si riscopre la resilienza ma, come ha dichiarato Borge Brende, presidente del Wef, “è necessaria una collaborazione innovativa tra pubblico e privato per trasformare le idee in azioni”.

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