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STOP AL CAPORALATO!

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Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha firmato il Protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Il documento è stato sottoscritto assieme al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano e al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina. L’intesa, sottoscritta anche dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, nonché da varie organizzazioni sindacali, ha come finalità principale il sostegno e il rafforzamento degli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale.  Il Ministro Poletti ha sottolineato come la forte presenza delle Istituzioni, delle Regioni, del volontariato, del sindacato e dell’associazionismo, rappresentino un’alleanza di “forze che hanno deciso di stare dalla parte della legalità”. Per il Ministro Martina, il Protocollo consentirà di “sperimentare un modello di interventi che contrasti lo sfruttamento, soprattutto dei lavoratori stagionali immigrati”.

Le principali proposte di azione, volte a contrastare lo sfruttamento agricolo saranno le seguenti:

– Stipula di convenzioni, per l’introduzione del servizio di trasporto gratuito per le lavoratrici e i lavoratori agricoli che copra l’itinerario casa/lavoro;

– Istituzione di presidi medico-sanitari mobili per assicurare interventi di prevenzione e di primo soccorso;

– Destinazione d’utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità organizzata per creare centri di servizio e di assistenza socio-sanitari organizzati dalle competenti istituzioni anche in collaborazione con le organizzazioni di terzo settore e con le parti sociali;

– Progetti pilota che prevedano l’impiego temporaneo di immobili demaniali in caso di necessità di gestione delle emergenze connesse all’accoglienza dei lavoratori stagionali;

– Bandi per promuovere l’ospitalità dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri, per contrastare la nascita o il perdurare di ghetti;

– Sperimentazione di sportelli di informazione per l’incontro domanda e offerta di servizi abitativi, anche valorizzando le esperienze promosse dalle parti sociali;

– Organizzazione di servizi di distribuzione gratuita di acqua e viveri di prima necessità per lavoratori stagionali;

– Potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori;

– Attivazione di servizi di orientamento al lavoro mediante i Centri per l’impiego ed i servizi attivati dalle parti sociali, in prossimità del luogo di stazionamento dei migranti, per consentire un facile accesso ai servizi forniti dallo stesso ente;

– Attivazione di sportelli informativi attraverso unità mobili provviste di operatori quali mediatori linguistico-culturali, psicologi e personale competente;

– Istituzione di corsi di lingua italiana e di formazione lavoro per i periodi successivi all’ instaurazione del rapporto di lavoro agricolo.

Superata la soglia del 2000, ci auguriamo che la drammatica questione bracciantile, che vede coinvolte migliaia di lavoratori (spesso stranieri) sottopagati e costretti a lavorare nelle campagne in qualsiasi condizione climatica, possa avere finalmente termine.

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