La dinamica impetuosa dei flussi migratori e il progresso inarrestabile delle tecnologie direttamente/indirettamente connesse con l’intelligenza artificiale pongono al sistema della formazione continua una sfida affascinante e complessa al tempo stesso, che esige una rivisitazione organica dei modelli di apprendimento sino ad oggi adottati. Una revisione espressamente rispondente ai nuovi e per certi versi inaspettati fabbisogni dei lavoratori e delle imprese, del tutto coerente con l’evoluzione della società e dell’economia in uno scenario vieppiù globalizzato e competitivo.
La crescente disponibilità di forza lavoro migrante, in buona parte proveniente da Africa centro settentrionale e Asia centro occidentale, comporta una visione del progetto formativo diversamente orientata, rispondente anzitutto alla necessità d’integrazione del lavoratore nel sistema sociale e produttivo. Dunque, una formazione prioritariamente correlata con l’acquisizione di conoscenze linguistiche di base, educazione civica, sicurezza nei luoghi di lavoro.
Quindi, un apprendimento finalizzato al conseguimento di competenze chiave (hard skill) in particolare in quei settori dove le imprese nostrane fanno non poca fatica a reperire addetti, attesa la sempre più marcata indisponibilità di lavoratori italiani/comunitari: edilizia, agricoltura, cura della casa/persona, logistica, magazzinaggio, turismo, ristorazione.
L’intelligenza artificiale, con le sue promesse e incognite, prefigura anch’essa una nuova e inesplorata dimensione dei sistemi di apprendimento permanente (formazione degli adulti in età lavorativa), canonicamente finalizzati all’acquisizione, mantenimento, aggiornamento delle competenze. In tale ambito, presupposto essenziale per una corretta investigazione della pur complessa materia è certamente rappresentato dalla relazione biunivoca intercorrente tra le due nozioni: formazione continua per l’intelligenza artificiale e intelligenza artificiale per la formazione continua. Pertanto, una formazione opportunamente equipaggiata e attrezzata per addestrare le nuove figure professionali richieste dall’avvento trasversale dell’intelligenza artificiale, capaci governare piuttosto che subire la complessa e multiforme interazione uomo/macchina nei diversi ambiti: comunicazione e marketing, processi produttivi agricoli e industriali, interferenza uomo/ambiente, salute e medicina, modelli matematici, ecc..
Per contro, un’intelligenza artificiale al servizio dell’apprendimento permanente, per espandere l’orizzonte cognitivo del lavoratore nell’alveo multiverso dell’economia digitale, dove conoscenze ed esperienze si aggiornano, rinnovano ed evolvono costantemente.
In conclusione, un paradigma ripensato della formazione continua quale catalizzatore dello sviluppo, in grado di intercettare i fabbisogni e forgiare le competenze, volta ad includere piuttosto che escludere. Un modello evoluto di apprendimento permanente a geometria variabile, inevitabilmente funzionale alle necessità del mercato di oggi e di domani, in cui nuovi cittadini (migranti) e tecnologie inedite (intelligenza artificiale), espressioni plastiche dello spirito del tempo, sono e saranno elementi portanti di un’architettura ridisegnata dell’economia e della società.
(Carlo Parrinello, direttore di Fondolavoro)