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La vicenda di Del Grande, incolumità per le idee e il lavoro di testimoniare

DelGrandeCi uniamo alle voci che si stanno alzando in tutta Italia per chiedere alla Turchia l’immediata liberazione di Gabriele Del Grande, giornalista, regista, documentarista, blogger, soprattutto difensore dei diritti umani. Perché crediamo fermamente che la libertà d’espressione, a qualsiasi latitudine, sia un diritto inviolabile.

Il giovane italiano, che ha 34 anni, è stato fermato il 9 aprile scorso ad Hatay, al confine tra Turchia e Siria, dove era impegnato probabilmente per raccogliere materiali per il suo nuovo progetto, un libro sulla guerra in Siria e la nascita dell’Isis.

Dopo giorni di interrogatori e di totale isolamento in un centro di identificazione ed espulsione a Mugla, città di 100mila abitanti nella Turchia meridionale, a Gabriele è stato finalmente permesso di dare notizie di sé alla sua famiglia (e al mondo) attraverso una telefonata alla sua compagna, Alexandra D’Onofrio.

Nel corso della telefonata ha raccontato che “non gli è stato torto un capello”: questa è certamente la notizia migliore che potesse arrivare ai familiari, agli amici e all’opinione pubblica.

Del Grande ha annunciato uno sciopero della fame, invitando tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i suoi diritti. E noi aderiamo a questo appello, perché le opinioni non possono costituire reati o motivi di sequestro.

“I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo – ha detto il blogger, spiegando che “la ragione del fermo è legata al contenuto del lavoro”.

Il mondo dell’informazione e diverse organizzazioni si sono attivate per chiedere l’immediata “scarcerazione” del giovane. L’Arci nazionale, ad esempio, evidenzia “la durezza delle condizioni di vita nelle carceri di un Paese in cui, soprattutto dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza successiva al fallito golpe delle scorsa estate, c’è stata una forte stretta repressiva a scapito del rispetto dei diritti umani”.

Per Amnesty International “Del Grande è vittima dell’autoritarismo turco, un sistema di purghe e caccia alle streghe su tutta la società che ha portato all’arresto di magistrati, avvocati, insegnanti, giornalisti, universitari”.

La Federazione nazionale della stampa (Fnsi) ricorda “l’arresto di migliaia di oppositori e la chiusura quasi totale di tutti i media non allineati” prima delle elezioni e che “nelle carceri restano oltre 100 cronisti in attesa di processi affidati ad una magistratura che ha già subito un pesante processo di epurazione”.

Il blog di Gabriele Del Grande, “Fortress Europe”, costituisce da sempre un importante punto di riferimento giornalistico e documentario in particolare sulle tragedie dei naufragi di migranti nel Mediterraneo.

(Gi.Ca.)

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