Grande successo per l’ultranazionalista del Pvv Geert Wilders, che con 37 seggi e il 23,5 per cento dei voti stravince le elezioni olandesi. Dietro il Partito per la libertà di Wilders, con 25 deputati, si posizionano i Laburisti-Verdi guidati dall’ex commissario Ue al clima Frans Timmermans.
Al Partito liberalconservatore dell’ex premier Mark Rutte, ora guidato dalla ministra della Giustizia Dilan Yeşilgöz-Zegerius, vanno 24 seggi e 20 al Nuovo contratto sociale del deputato Pieter Omtzigt. Seguono gli altri partiti, con nove deputati per i liberali progressisti D66, sette per al Movimento degli agricoltori BBB e cinque ai cristiano-democratici e socialisti.
La destra internazionale continua così a collezionare una vittoria dopo l’altra, che inducono a riflettere sul delicato momento storico in cui ci troviamo. Euroscettico dalle posizioni estremiste, Wilders è fautore della linea dura “no ai migranti, no alle scuole islamiche, no al Corano e no alle moschee”, come riporta l’Ansa.
Dopo anni passati all’opposizione, il Pvv ha raddoppiato i voti rispetto alle elezioni del 2021, indice di un clima sempre più teso in cui i cittadini richiedono alla politica nuove certezze. Nel 2022, infatti, l’Olanda ha riscontrato grandi difficoltà logistiche nel fronteggiare i notevoli flussi migratori dovuti anche all’arrivo di rifugiati dall’Ucraina.
Al grido di “Restituiremo l’Olanda agli olandesi. Fermeremo lo tsunami della migrazione”, Wilders ha saputo sfruttare bene il malcontento dei suoi connazionali, presentando l’immigrazione come la causa dei problemi economici e interni del Paese, a partire dall’emergenza abitativa sempre più pressante.
Tuttavia, nonostante la vittoria oltre le aspettative, gli alti numeri raggiunti dall’ultranazionalista del Pvv, non sono comunque sufficienti per andare al governo. Ora la questione sarà se il Partito per la libertà riuscirà a raggiungere una coalizione.
Tra i partiti maggiori, infatti, solo quello liberalconservatore della Dilan Yeşilgöz si era dichiarato disposto a governare con Wilders, salvo poi cambiare idea. I prossimi giorni saranno quindi decisivi per capire quale sarà il destino dell’Olanda.