Si chiama Archax, è alto 4,5 metri e pesa 3,5 tonnellate. Realizzato in FRP (plastica rinforzata con fibra), ferro e lega di alluminio, è un robot gigante frutto del lavoro della startup giapponese Tsubame Industries, con sede a Tokyo. Archax sembra proprio uscito dalle pagine di un fumetto d’animazione giapponese, dalla matita di Kunio Ōkawara, il più celebre del mecha designer del Sol levante, il padre di Daitarn 3 e Gundam.
È un robot antropomorfo, dal funzionamento manuale e perfettamente funzionante, con una cabina di pilotaggio interna al “corpo” meccanico che ospita l’operatore umano. Si apre lo sportello centrale e si sale a bordo, offrendo una nuova esperienza di pilotaggio che consente di creare un senso di unità tra uomo e macchina. Alimentato a batteria, la cabina di pilotaggio è dotata di due joystick, due pedali e pannelli touchscreen, quattro display collegati a ben nove videocamere.
È stato progettato per operare in due modalità, robot e veicolo, con quattro ruote che gli permettono di raggiungere una velocità di dieci chilometri orari.
Tutto è curato nei minimi dettagli, dalle prestazioni meccaniche al design estetico. Archax è attualmente disponibile in cinque colorazioni che ben si adattano all’involucro hi tech: blu zaffiro, bianco perla, scintilla rossa, verde Atlantide, viola di mezzanotte.
Il robot umanoide da tre milioni di dollari, è stato presentato alla fine di ottobre 2023 al JapanMobility Show, lasciando letteralmente a bocca aperta tutti i partecipanti all’evento.
“Archax è stato creato per portare al mondo l’esperienza da sogno che molte persone desideravano: entrare e controllare un grande robot che sembra uscito dalla fantascienza – dicono dalla Tsubame Industries. “È destinato a creare un mercato completamente nuovo per i robot passeggeri, un mercato del lusso, come quello di alcune auto e jet privati. Le sue basi tecnologiche sono profonde, supportate dalle solide competenze e know-how che l’industria manifatturiera giapponese ha coltivato negli anni. Attraverso i nostri robot, speriamo di creare un punto di ingresso per i bambini nel settore manifatturiero e di collegare le loro competenze alla prossima generazione di ingegneri.
Perseguiremo il sogno dell’infanzia, trasformandolo in realtà, con le nostre capacità tecniche”.