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Iran, non si fermano le proteste per Mahsa Amini

Per non dimenticare. È questo il significato del gesto di protesta che ha portato decine di donne iraniane a riprendersi mentre si tagliano brutalmente i capelli e bruciano il velo. I video stanno facendo il giro dei social. Un taglio di capelli simbolico in memoria di Mahsa Amini, la giovane 22enne originaria del Kurdistan iraniano, in vacanza con la famiglia a Teheran e fermata venerdì scorso dalla polizia morale, la Ershad, espressione del governo ultraconservatore del presidente Ebrahim Raisi. Uccisa perché vestiva in “maniera inappropriata” e non indossava correttamente il velo, l’hijab, obbligatorio in Iran dalla rivoluzione islamica del 1978.

Da quando Raisi ha assunto la carica presidenziale, le forme di repressione verso la popolazione si sono pesantemente inasprite, fino ad arrivare alla recente pubblicazione del documento di 119 pagine, “Progetto Hijab e castità”, da parte del ministero per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio che introduce nuove norme che hanno il fine di impartire “lezioni di moralità”.

Secondo quanto riportato dall’agenzia iraniana Fars, il comandante della polizia della zona di Teheran, Sardar Hossein Rahimi ha così commentato l’evento: “Si tratta di uno sfortunato incidente e speriamo non si ripeta”. Una derubricazione che non ha convinto né gli studenti di Teheran che sono scesi in piazza per protestare né le donne iraniane, indignate dall’accaduto.

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