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La Casa Bianca interviene per salvare Silicon Valley Bank e Signature Bank

“Oggi stiamo intraprendendo azioni decisive per proteggere l’economia statunitense, rafforzando la fiducia del pubblico nel nostro sistema bancario. Questo passo garantirà che continui a svolgere i suoi ruoli vitali di protezione dei depositi e di accesso al credito a famiglie e imprese, in un modo che promuova una crescita economica forte e sostenibile”, si legge nel comunicato congiunto della segretaria al Tesoro Yellen, del capo della Federal Reserve Powell e del presidente della Federal Deposit Insurance Corporation, riporta la Repubblica.

Con il suo intervento la Casa Bianca intende evitare che il fallimento della Silicon Valley Bank e della Signature Bank si estenda ad altre, anche se la segretaria al Tesoro, Jenet Yellen, ha rassicurano che non si è davanti a un nuovo 2008.

“Sono lieto che sia stata trovata una soluzione rapida che tutela i lavoratori americani e le piccole imprese, e mantiene al sicuro il nostro sistema finanziario. Una soluzione che assicura inoltre che i soldi dei contribuenti non siano messi a rischio”, ha commento il presidente americano Joe Biden. Per poi concludere affermando il suo impegno “a far sì che chi ha causato questo sia ritenuto interamente responsabile e a continuare gli sforzi per rafforzare la supervisione e la regolamentazione delle banche più grandi in modo da non trovarci ancora in questa situazione”, scrive l’Ansa.

Pur non essendo tra le banche più importanti degli Stati Uniti, la Silicon Valley Bank, come si può intuire dal nome, è tra le maggiori banche del settore tech. Tra le sue attività principali vi è il finanziamento delle start up del settore.

Il crac sarebbe dovuto in parte alla congiunzione negativa sviluppatasi nell’ultimo anno, ma anche al mancato rispetto della regolamentazione. In base a quanto riporta la Repubblica, infatti, il 95 per cento dei conti della Svb è superiore ai 250 mila dollari di deposito garantiti dalla Federal Deposit Insurance Corporation. Allo stesso tempo la maggior parte dei clienti sono aziende e start up del settore che senza l’accesso ai loro soldi non possono andare avanti. A questi si aggiunge da una parte l’inflazione che sta mettendo alla prova l’economia mondiale, dall’altra la crisi del settore tecnologico che, dopo il boom legato alla pandemia, si è trovata a fare i conti con l’aumento dei costi di energia e materie prime e la flessione dei consumi. Insomma una “tempesta perfetta” il cui esito, forse, era prevedibile.

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