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Collepardo: la Certosa di Trisulti nuovamente gestita dallo Stato

“La Certosa di Trisulti è tornata nelle mani dello Stato. Con la riconsegna delle chiavi del monumento nazionale, avvenuta nella mattinata del 26 luglio, da parte dei rappresentanti dell’associazione Dignitatis Humanae Institute, cessa una concessione molto discussa, che sin dall’inizio presentava dei vizi di forma pienamente riconosciuti dalla sentenza del Consiglio di Stato”. Questo il commento del direttore generale Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna, dopo la riappropriazione del monumento nazionale della Certosa di Trisulti a Collepardo da parte del MiC.

L’imponente complesso monastico del 1204, immerso nel verde delle secolari foreste dei Monti Ernici, si trova all’interno del comune di Collepardo, nel frusinate, a circa 863 metri di altezza ai piedi del Monte Rotonaria. La Certosa viene fondata da Papa Innocenzo III ed affidata successivamente ai monaci certosini, da cui prende il nome. L’abilità dei monaci eremiti nella preparazione di distillati e medicamenti preziosi, ha lasciato a conferma di questa tradizione una delle più belle farmacie monastiche d’Europa, completamente affrescata fra il XVIII e il XIX secolo.

Nel 1947 subentra un nuovo ordine monastico, quello dei monaci cistercensi della Congregazione di Casamari (Veroli) che presiedono la Certosa fino al 2018, anno in cui il ministero dei Beni culturali l’affida in concessione all’associazione “Dignitatis Humanae Institute”.

Oltre all’antica farmacia del XVII secolo, all’interno del maestoso complesso monastico è possibile ammirare la Chiesa con pregevoli opere d’arte, i giardini, il refettorio, il Chiostro grande e il Chiostro piccolo con l’antico cimitero dei monaci.

Dichiarata monumento nazionale con decreto ministeriale alla fine dell’800, ospita nelle sue stanze la biblioteca nazionale di Trisulti con circa 36 mila volumi e 35 mila documenti ecclesiastici.

Vicino alla Certosa di Trisulti sono visibili i resti del più antico monastero fondato da S. Domenico abate (da Foligno) nell’anno 996, sede della prima comunità benedettina e poco distante da esso, l’antico eremo dimora del Santo nei suoi primi tre anni di permanenza in questi territori.

Sempre in prossimità della Certosa, troviamo il Santuario della Madonna delle Cese, piccolo eremo incastonato in una suggestiva grotta.

“Ora bisogna lavorare per il futuro della certosa – ha dichiarato Osanna – che, come ha già detto il ministro Franceschini, si trova al centro del cammino di San Benedetto e, pertanto, sarebbe l’ideale crocevia dei cammini”.

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