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Ferdinando Imposimato, un servitore dello Stato

La scomparsa di Ferdinando Imposimato priva l’Italia di un servitore dello Stato che ha dedicato la propria vita, prima in Magistratura e poi nelle Istituzioni e nella battaglia politica, ed affermare legalità e giustizia, senza farsi mai intimorire dai servizi deviati, dalla criminalità organizzata e dai potentati oscuri annidati ovunque e ai massimi livello come non si stancava mai di ripetere.

E’ stato uno dei protagonisti delle principali inchieste giudiziarie nazionali, dalla Banda della Magliana, al caso Moro, alla sparizione di Emanuela Orlandi fino alle scorribande di banchieri d’assalto e agli intrecci tra mafia, apparati dello Stato, politica, finanza e traffico internazionale di droga.

La camorra per ritorsione gli ammazzò il fratello a Maddaloni e lui fu costretto a rifugiarsi, sotto false generalità, all’estero per sfuggire ai tanti che lo volevano fermare.

Ho avuto l’opportunità di conoscere e frequentare Ferdinando Imposimato per un lungo periodo, condividendo con lui una serie di manifestazioni in difesa della legalità.

Uomo schietto, lungimirante ed appassionato, il suo coraggio, la sua lealtà alle Istituzioni e allo Stato, la sua competenza e la sua tenacia, resteranno un esempio per tutti gli italiani indisponibili a chinare la testa e per tutti coloro che hanno a cuore il rispetto delle leggi e l’affermazione della giustizia.

Sul piano personale custodirò con ammirazione i suoi insegnamenti a partire dalla sua umiltà, dalla sua semplicità e dalla sua umanità che gli consentiva di trovarsi a proprio agio dalla Corte di Cassazione ai bar dei piccoli paesi dove in tanti lo ricorderanno con affetto, stima ed amicizia.

(Michele Petraroia)

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