Se il Pd in Sicilia è crollato al 13 per cento (risultato più o meno analogo nel X Municipio a Roma), Casapound ad Ostia è salita oltre al 9 per cento. No, non stiamo su “Scherzi a parte”. E’ l’Italia che cambia. Non nelle analisi sociologiche (che piacciono tanto a sinistra), ma nei numeri nudi e crudi. O che, forse, non vuole proprio cambiare. Comunque la si pensi, tra questi due risultati c’è soprattutto una crescente difformità di sostanza. E di strategia politica.
Una “certa” sinistra da anni è diventata salottiera, frivola, mondana. Lo si dice sempre, e c’è del vero. Monopolizza gli spazi culturali, più presunti che veri. E’ abilissima nel promuovere convegni dove ogni tema va bene soprattutto per fare cassa. Pubblica libri (che in pochi leggono). Si divide in tante “anime” che poi corrispondono a personalismi sempre più marcati. E ottiene consensi principalmente nei quartieri cosiddetti “bene”: non a caso a Roma governa i Municipi uno e due. Quelli del centro storico, dove vive tanto establishment, cioè coloro che hanno occupato il potere per decenni, tra uffici progettuali, sindacati e strateghi della comunicazione. Le periferie, quelle dove “ci si sporca le mani”, dove negli anni Settanta si provava a cucire fratture innanzitutto progettuali, dove si faceva “laboratorio”, sono state del tutto abbandonate. Le bastonate elettorali a Rutelli, Veltroni e Giachetti partono soprattutto da qui. Poi ci s’è messa pure l’immigrazione, le “guerre tra poveri”, con Soloni dell’universalismo pronti a dimenticare anche gli italiani (e, talvolta, a fare affari sulla pelle dei poveretti). E la frittata è stata completa.
L’estrema destra è, invece, partita proprio da qui, dalle periferie e da ciò che in genere viene etichettato “populista” con fare orgogliosamente radicalchic. Niente ideologia e molto pragmatismo. L’attenzione quasi ossessiva ai tanti problemi spiccioli quotidiani delle fasce di popolazione più emarginata: gli ascensori delle case popolari Ater che non funzionano, il problema della casa, l’illuminazione mancante, le buche davanti al condominio, la sporcizia, la concorrenza commerciale degli ambulanti abusivi. E poi i pacchi di pasta distribuiti alle famiglie meno abbienti, che sono sempre di più e li ricevono anche in via Taranto a Roma (da Forza Nuova), oltre che nel quartiere periferico di Nuova Ostia (da Casapound).
Il “boom” dell’estrema-estrema destra, che non toglie voti alla Meloni o a Salvini ma soprattutto alla sinistra delle periferie, non è solo voto di protesta. E’ il frutto di una costruzione meticolosa. All’ultima tornata elettorale nel X Municipio di Roma, Casapound prese un già significativo due per cento. Ora ha quasi quintuplicato quei voti grazie a mesi di lavoro sul territorio.
Il crollo delle ideologie e delle barriere ideologiche ha sdoganato un po’ tutto. Ed ora le sfide non si giocano più sulle rendite di pensiero o di potere, ma sulla ricostruzione di un rapporto con un elettorato completamente sfiduciato. Ad Ostia due elettori su tre hanno disertato le urne. Ma uno su dieci di quelli che sono andati a votare, ha scelto l’estrema destra. Senza pregiudizi. La politica tradizionale – o ciò che ne resta – è avvertita.
(Gi.Ca.)