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Ance: per il 2023 si prevede un calo degli investimenti edilizi

Si è tenuto il 25 ottobre a Roma il nuovo Osservatorio congiunturale Ance 2022 per fare il punto sul settore e le previsioni per il 2023. Presentato da Flavio Monosilio, direttore del Centro Studi, e commentato dalla presidente Federica Brancaccio e dal vice presidente Piero Petrucco, con un’analisi di Gustavo Piga, professore ordinario di Economia politica presso l’Università di Roma Tor Vergata.


Per il 2023, l’Associazione nazionale costruttori edili prevede un calo del 5,7 per cento.
Negli ultimi due anni, sotto la spinta dei bonus edilizi, gli investimenti in costruzioni hanno conosciuto una crescita record, raggiungendo il 20 per cento nel 2021 e il 12 per cento nel 2022.
Nel 2023, invece, si prevede un’inversione di rotta. A rallentare sarà soprattutto la spesa in ristrutturazione delle famiglie in seguito alla scadenza degli incentivi per gli immobili unifamiliari. Si ipotizza, infatti, un meno 24 per cento. Al contrario con l’inizio dei cantieri Pnrr, gli investimenti in opere pubbliche aumenteranno del 25 per cento.


Tuttavia, tra caro prezzi e lentezza della macchina amministrativa, i progetti del Pnrr sono in ritardo di sei mesi. La presidente Brancaccio sollecita il governo ad accelerare i lavori ed adottare politiche industriali di settore, che permettano alle aziende di affrontare le sfide del prossimo futuro.
Secondo le stime Ance, negli ultimi anni il settore ha avuto un importante ruolo nella crescita dell’economia e dell’occupazione, contribuendo per un terzo al prodotto interno lordo. Ma come evidenziato da Petrucco, il rischio di una nuova crisi è molto alto.


Infine, l’associazione ha dichiarato che presto farà una proposta al governo in merito a bonus e riqualificazione energetica, in modo che famiglie e imprese possano programmare gli interventi necessari.

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