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Covid-19 e la natura che riprende il suo posto

Ormai da settimane, tutti i cittadini sul territorio italiano sono chiusi in casa in quarantena, cercando di contrastare il dilagare del coronavirus. La maggior parte di uffici e aziende hanno sospeso l’attività, sempre più lavoratori stanno sperimentando la formula dello smart working. Rinunce importanti per tutti noi, costretti a modificare abitudini radicate, ma un vero e proprio momento di rinascita per la natura.

La drastica riduzione delle emissioni nocive, causate da uffici e automobili private, ha portato una diminuzione dell’inquinamento, come dimostrato dalle immagini scattate dai satelliti sopra il nostro Paese, che mostrano un incredibile cambiamento avvenuto in appena una manciata di giorni. Sulle regioni del nord Italia, dove, solitamente, si concentra un quantitativo maggiore, è stata registrata una riduzione settimanale del 10 per cento di diossido di azoto. Senza più le navi da crociera nella Laguna e molti meno vaporetti in circolazione, le acque dei canali di Venezia sono tornate ad essere limpide e piene di pesci visibili ad occhio nudo, in Sardegna, i delfini tornano ad avvicinarsi alla costa e in molte aree si vedono i cinghiali che tornano a scorrazzare. Gli stessi cambiamenti positivi erano già stati riscontrati in Cina durante il loro lockdown.

Tutto questo dimostra come, limitando le attività dell’uomo, la natura riesca ad auto rigenerarsi, ripristinando i naturali equilibri. Una lezione che dovrebbe spingerci a riflettere e a fare tesoro di questo momento

Quello che sta passando il nostro paese e tutto il resto del mondo è qualcosa di terribile, che nessuno di noi era davvero preparato ad affrontare – commenta Barbara Molinario, presidente di Road to green 2020, associazione che promuove la sostenibilità ambientale. “Ora, però, possiamo scegliere se aspettare passivamente che tutto passi, o imparare qualcosa da questo momento difficile, come, ad esempio, il rispetto della natura in ogni sua forma. In poche settimane senza la mano distruttiva dell’uomo, la natura è riuscita a riprendersi in parte i propri spazi. Ci sta dimostrando la sua straordinaria capacità di curare le ferite che le abbiamo inflitto noi con i nostri comportamenti. Pensate a come potrebbe cambiare in meglio il mondo, se adottassimo alcuni dei comportamenti che abbiamo sperimentato durante questa quarantena”.

Cosa dovremmo imparare dalla quarantena?

  • Senza la mano distruttiva dell’uomo, la natura è in grado di auto rigenerarsi. Questo dimostra in modo concreto le teorie che vedono nell’uso eccessivo dei mezzi di trasporto privati, uno dei principali fattori di inquinamento, che stanno modificando clima ed ecosistemi.
  • Per fare spesa e mangiare bene, frutta e verdura di stagione e a chilometrozero sono la scelta migliore e i piatti fatti in casa hanno un gusto unico. La maggior parte delle persone in questi giorni sta riscoprendo la cucina casalinga. I piatti preparati in casa sono molto più gustosi, sani e genuini di quelli preconfezionati, ed hanno anche un minore impatto sull’ambiente!
  • Non abbiamo bisogno di molto di più di quanto abbiamo già, e il cibo non deve essere mai sprecato. Abbiamo resistito tutto questo tempo senza andare per negozi, scoprendo di poter vivere bene lo stesso, e limitando la spesa ad una volta a settimana. qQuesto ci ha insegnato a gestire meglio ciò che c’è nel frigo o in dispensa, affinché non si sprechi mai.
  • Riutilizzare è la parola d’ordine. In questi giorni abbiamo smesso di considerare le cose usa e getta. In molti, lavano e riusano anche i contenitori di alluminio, per prendere appunti si usano fogli di carta riciclata, i fondi del caffè diventano uno scrub per il viso o fertilizzante per le piante. Tutto finalmente ha una seconda vita (tranne le mascherine e i guanti, ovviamente) e si riduce la produzione di rifiuti!
  • L’essere umano non è che un ospite della natura, e in quanto tale deve esserle riconoscente, senza abusare di quanto lei gli offra. Dunque, non sprechiamo le risorse naturali come acqua e gas, e cerchiamo anche di limitare la produzione di rifiuti.
  • Lo smart working è una modalità da prendere in considerazione, anche al termine della quarantena. Il lavoratore può svolgere le attività in un contesto più rilassato, senza lo stress del tragitto casa-lavoro, e senza le emissioni nocive del proprio mezzo o senza affollare i mezzi pubblici. Il tele lavoro, inoltre, responsabilizza in misura maggiore il dipendente, spingendolo a lavorare per obiettivi.

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