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Crisi ucraina: gli industriali e l’alternativa al carbone

Il progressivo aggravarsi della situazione in Ucraina sta contribuendo ad evidenziare progressivamente una grande criticità del nostro Paese: la dipendenza energetica dell’Italia da altri Paesi, con la Russia che ci fornisce mediamente il 40% del nostro fabbisogno di gas metano.

Il carbone è stato evocato come l’alternativa più a portata di mano, ma ci sono anche altre possibilità ben più sostenibili sul piano ambientale, come spiegato dal presidente di Airec, Giuseppe Dalena: “Nell’attuale grave emergenza energetica il carbone è stato evocato come l’alternativa più a portata di mano ignorando l’esistenza di combustibili alternativi ben più sostenibili sul piano ambientale. È l’occasione giusta per ricordare che i combustibili solidi secondari (CSS), compresa una quota crescente di CSS-C ‘End of Waste’ di altissima qualità, possono essere utilizzati in parziale sostituzione al carbone nei processi di combustione nei cementifici e nelle centrali termoelettriche contribuendo a ridurre l’importazione di risorse fossili non rinnovabili ed il ricorso alla discarica per le frazioni non riciclabili. Esiste una professionalità maturata nonché una disponibilità di CSS a livello nazionale di almeno 1 milione di tonnellate: solo Airec rappresenta una potenzialità di 750.000 tons. È tempo di adottare un approccio più scientifico e meno improntato sulla propaganda ideologica per poter dare adeguate risposte agli obiettivi di sostenibilità che ci siamo prefissati”.

Dello stesso avviso il presidente di Confindustria Cisambiente Alessandro Della Valle: “L’ipotizzato ricorso alla riattivazione delle centrali a carbone segnerebbe una battuta di arresto nel processo di transizione energetica avviato. Confindustria Cisambiente si metterà a disposizione del ministero per fornire un monitoraggio delle possibili attività a sostegno delle necessità di reperimento di fonti alternative di energia da parte dei propri associati”.

In conclusione il direttore generale di Confindustria Cisambiente Lucia Leonessi dichiara: “Tutti i progetti ingegneristici ed i programmi immaginati da Confindustria Cisambiente, in attesa di autorizzazioni, semplificazioni e avvio da parte delle Istituzioni, sono stati già consegnati nelle opportune sedi regionali, in sede Ministeriale e riguardano l’energia da rifiuto con la garanzia che alcune grandi città possano addirittura arrivare alla totale autonomia tramite utilizzo di energia da rifiuto. Roma ne sarebbe un chiaro esempio”.

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