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L’Italia ha la sua Strategia Forestale Nazionale

Mauro Masiero

L’Italia ha un “piano” per i suoi boschi, l’infrastruttura verde più grande del Paese: c’è soddisfazione per la pubblicazione, il 9 febbraio, della Strategia Forestale Nazionale, che costituisce “un traguardo importantissimo per la gestione delle foreste italiane”, come spiega il presidente di FSC, Mauro Masiero.

Si tratta di un traguardo importante in primis per le modalità attraverso le quali si è giunti a licenziare il documento stesso: “Ci sono stati – sottolinea Masiero – numerosi momenti di confronto pubblico e di effettivo coinvolgimento delle parti interessate. Inoltre il documento adotta una visione strategica su un periodo di vent’anni, che tiene conto delle peculiarità e dei tempi di risposta e adattamento del settore. Non da ultimo, è importante sottolineare la capacità della Strategia di includere temi e prospettive diversi circa la gestione dei nostri boschi, mettendo al centro la gestione forestale multifunzionale e responsabile”. 

Coinvolgimento delle parti interessate e approccio sul lungo periodo sono peraltro elementi comuni anche al sistema FSC: “Anche per questo motivo abbiamo seguito con interesse e attivamente il percorso di sviluppo della Strategia, cogliendo spunti e stimoli per lavorare all’aggiornamento e miglioramento dei nostri standard per contribuire alla buona gestione dei boschi italiani” conclude Masiero. 

Promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) in concerto con i Ministeri della Transizione Ecologica, della Cultura, dello Sviluppo Economico e della Conferenza Stato-Regioni, la Strategia Forestale Nazionale (SFN), è il primo documento strategico del settore per il nostro Paese, ed è parte del percorso iniziato nel 2017 con l’istituzione della Direzione Foreste presso il Mipaaf e proseguito nel 2018 con il Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali.

Il documento è diviso in tre parti – un corpo centrale e due allegati (“Documenti preparatori e di approfondimento” e “Schede delle Azioni Operative, Specifiche e Strumentali”) – e come si può leggere nella prefazione mira ad “avere foreste estese e resilienti, ricche di biodiversità, capaci di contribuire alle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica, offrendo benefici ecologici, sociali ed economici per le comunità rurali e montane, per i cittadini di oggi e per le prossime generazioni”, creando le condizioni per una maggiore e più consapevole tutela delle risorse forestali nazionali.

Il documento in sintesi

La superficie forestale nazionale ha continuato a crescere negli ultimi decenni, arrivando oggi a coprire 9 milioni di ettari di foreste e quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate: un’enorme infrastruttura verde che offre elementi di forza (come un’elevata diversità di specie e un’ampia disponibilità di prodotti forestali legnosi e spontanei) e di debolezza (la scarsa diffusione della pianificazione forestale; una limitata conoscenza e consapevolezza del ruolo e delle funzioni del bosco da parte dell’opinione pubblica; l’elevata frammentazione delle aree), che puntano ad essere superati grazie ad una serie di obiettivi generali (il riconoscimento del valore della gestione attiva e sostenibile, il ruolo delle filiere foresta-legno e la definizione di percorsi condivisi e partecipativi) declinati poi in azioni.

Il contesto di riferimento è dato dai grandi cambiamenti in atto, tra cui gli effetti sempre più evidenti della crisi climatica e la necessità di sviluppare risposte che, da un lato, contribuiscano al benessere delle comunità e, dall’altro, offrano soluzioni percorribili per la decarbonizzazione delle economie, l’uso efficiente e sostenibile delle risorse e la conservazione del patrimonio forestale.

La gestione forestale sostenibile (GFS)

Individuata tra le opportunità connesse alla valorizzazione dei boschi italiani, la gestione sostenibile è definita come strumento per la pianificazione territoriale, la conservazione degli habitat, dei prodotti e dei servizi forestali. La Strategia sottolinea la crescita di domanda per la certificazione, che al momento però si scontra con la ancora esigua estensione delle aree forestali certificate nel nostro Paese (circa 1/11 dell’area boscata totale) e con un mercato che molto spesso dipende per le proprie forniture di materia prima dalla capacità di altri Paesi; fattori questi sicuramente influenzati dalla complessità del sistema normativo, dalla scarsa propensione a processi di condivisione e partecipazione alle esperienze di gestione e, più in generale, dalla poca diffusione e conoscenza sul ruolo della certificazione forestale stessa.

I servizi ecosistemici dei boschi italiani

Una parte importante è dedicata infine alla conservazione e al miglioramento dei servizi naturali (o ecosistemici) forestali, che FSC già verifica dal 2018 con una procedura apposita: divisi in quattro categorie principali (supporto alla vita; approvvigionamento; regolazione; valori culturali), sono definiti come i molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano. La Strategia riconosce il valore di questi servizi come “riferimento unificante per promuovere l’integrità del patrimonio naturale, la gestione forestale sostenibile e l’offerta di beni materiali e servizi all’intera società”, e mira a promuoverne dunque una gestione e pianificazione attente, basate sulla conservazione ma anche sul bilanciamento degli interessi in gioco.

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