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Rapporto Inail: al Centro-Nord le professioni più qualificate

In un’Italia divisa in due, dove le disuguaglianze territoriali in ambito occupazionale sono sempre più accentuate, numerose attività sono state sospese a causa dell’emergenza da SARS-CoV-2.

Stando ai dati Istat, infatti, nel mese di aprile le misure di contenimento e gestione dell’epidemia hanno fermato, rispettivamente, il 50,1% e il 43,3% della forza lavoro del Nord-Est e del Nord-Ovest, dove i livelli di occupazione sono più alti, seguiti da Centro (41,3%), Sud (41,1%) e Isole (33,6%).

A rilevarlo è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che si sofferma in particolare sull’analisi del fenomeno infortunistico, in base alle ripartizioni geografiche e alle categorie professionali, nel quinquennio 2014-2018.

Al Centro-Nord le professioni più qualificate. Come emerge dall’ultimo Rapporto sul mercato del lavoro realizzato dall’Inail insieme a Istat, Inps, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e Anpal, se nelle regioni meridionali il numero degli occupati non risulta ancora aver raggiunto i livelli dello scorso decennio, al Centro-Nord i valori della crisi del 2008 sono stati superati nel 2018. Oltre al numero degli occupati, al Sud diminuisce in quantità maggiore la popolazione in età lavorativa, sia perché il numero di stranieri non compensa la riduzione della popolazione, sia a causa del trasferimento al Nord o all’estero di molti giovani, per lo più con formazione elevata. Le professioni più qualificate, sia a livello tecnico che professionale, sono presenti soprattutto nelle regioni del Centro-Nord, così come le professioni di tipo impiegatizio.
 

Sei infortuni su dieci nelle regioni settentrionali. Nel 2018 gli infortuni sul lavoro denunciati sono stati oltre 645mila e in sei casi su dieci sono accaduti nel Nord. In particolare il 31,8% nel Nord-Est e il 29,5% nel Nord-Ovest, seguiti dal Centro (19,1%) e dal Mezzogiorno (19,6%, di cui il 13,2% al Sud). La distribuzione degli infortuni mostra una sostanziale stabilità nel periodo 2014-2018, in linea con la composizione della popolazione lavorativa assicurata dall’Inail nelle diverse ripartizioni geografiche. Le regioni più colpite dal fenomeno infortunistico nel 2018, in valore assoluto, sono state la Lombardia, con il 18,6% dei casi, l’Emilia Romagna (13,4%) e il Veneto (11,9%). Tutte e tre le regioni sono ai primi posti anche per numero di occupati. Rispetto all’anno precedente è stato registrato un calo lievissimo delle denunce, pari allo 0,2%, al quale hanno contribuito tutte le ripartizioni territoriali a eccezione del Nord-Est, che ha segnato invece un incremento dello 0,9%, sintesi di lievi aumenti in tutte le regioni, esclusa la Provincia autonoma di Trento (-8,0%).

I casi mortali in aumento dell’8%. Dei 1.247 eventi mortali denunciati nel 2018, 92 in più rispetto al 2017 (+8,0%), la metà si sono verificati nel Nord. Più nel dettaglio, il 27,1% dei decessi è avvenuto nel Nord-Ovest e il 23,4% nel Nord-Est, mentre il 31,0% è accaduto nel Mezzogiorno (23,4% Sud e 7,6% Isole) e il resto nel Centro. La maggiore incidenza dei decessi nel Sud, rispetto alle denunce di infortunio in complesso, configura presumibilmente situazioni di sotto denuncia degli eventi più lievi e presenza di lavoro nero. Anche per i casi mortali, le regioni più interessate in valore assoluto sono la Lombardia, dove si sono verificati il 15,0% dei decessi, l’Emilia Romagna e il Veneto, entrambe con una percentuale del 9,9%. Rispetto all’anno precedente, spiccano il dato raddoppiato della Calabria (passata da 26 a 50 decessi) e gli incrementi in Campania (da 70 a 100) e Basilicata (da 14 a 22).

I commessi alle vendite i più infortunati. Analizzando le professioni svolte dagli infortunati, emerge che quella dei commessi delle vendite al minuto, che l’Istat indica come la principale per numero di addetti nel mercato del lavoro italiano, è nelle prime posizioni della graduatoria in valore assoluto degli infortuni in tutte e cinque le ripartizioni geografiche. In posizioni alte, in particolare nel Nord-Est e nel Nord-Ovest, si collocano anche i facchini e gli addetti allo spostamento di merci, mentre al Sud e nelle Isole al primo posto ci sono, rispettivamente, il personale infermieristico e sanitario e i braccianti agricoli.

Nel 2019 in aumento il livello di soddisfazione dell’utenza. Il nuovo numero di Dati Inail dedica anche un focus ai risultati dell’ultima indagine di customer satisfaction, che ogni anno misura il livello di soddisfazione dell’utenza rispetto alle prestazioni e ai servizi erogati dall’Istituto, attraverso un questionario somministrato allo sportello o tramite mail-web a un campione di lavoratori e aziende. I questionari compilati nel 2019 sono stati 21.120 e il giudizio medio, su una scala di valori da 1 a 4, è risultato pari a 3,57, in aumento rispetto al 3,51 del 2018.

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