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Vacanze: gli italiani preferiscono la montagna

L’estate 2020 sarà un’estate di vacanze diversa per tutti e per gli italiani sarà all’insegna del cambiamento. Si preferirà la montagna al mare e si andrà in ferie fino ad ottobre. Sono i trend emersi dal bollettino sul monitoraggio delle conseguenze della pandemia del coronavirus sul turismo italiano elaborato dall’Ufficio studi dell’Enit, l’Agenzia nazionale del Turismo. Dall’analisi risulta che il 47,5 per cento degli italiani che farà almeno una vacanza questa estate preferirà soggiorni di fine estate: nei villaggi turistici il 46,2 per cento delle vacanze degli italiani si svolgerà tra luglio ed agosto, così come negli alberghi di categoria medio bassa, il 44,5 per cento.  Negli alberghi (oltre le tre stelle) le vacanze degli italiani si svolgeranno, nel 71,2 per cento dei casi, a fine estate. Il top delle vacanze di fine estate saranno comunque le country house, i campeggi e le vacanze dai parenti.

C’è una riscoperta della montagna che diventa la meta preferita dagli italiani, intercettando il 60 per cento dei visitatori dal mercato interno e confermandosi così come destinazione adatta in quest’estate non ancora post Covid-19.

Inevitabilmente la pandemia di coronavirus ha avuto ed avrà un impatto significativo sul turismo italiano. Si prevede infatti che il totale dei visitatori (l’aggregato internazionale e nazionale) diminuirà del 44 per cento nel 2020 rispetto all’anno precedente. Ciò equivale a 51 milioni di visitatori. Con un ridimensionamento delle spese turistiche totali di 67 miliardi di euro. Gli impatti dovrebbero essere molto maggiori per gli arrivi internazionali (ovvero il turismo in entrata) rispetto ai viaggi nazionali. Rispetto al 2019, nel 2020 i visitatori internazionali pernottanti dovrebbero diminuire del 55 per cento (pari a 35 milioni di visitatori) mentre quelli domestici del 31 per cento (16 milioni). Buoni i pronostici per il futuro. Si prevede che entro il 2023, il turismo totale avrà recuperato, superando leggermente, i volumi del 2019, con un totale di visitatori maggiorato del 2 per cento.

Tiene il sogno straniero di una vacanza in Italia: dal web segnali positivi con 231 milioni di interazioni e oltre 658 mila reazioni di gradimento, 89 mila di affetto, 340 mila di empatia e 64 mila di stupore per il Belpaese. Finalmente il tema turismo è tra i primi dieci temi web dominanti a livello internazionale e produce 370,7 milioni di visualizzazioni. Quindi nell’immaginario dei potenziali turisti stranieri, l’Italia torna ad essere la grande destinazione turistica che è sempre stata, in uno scenario sempre meno legato al Covid.

Nonostante arrivino segnali positivi dal web, gli arrivi internazionali in tutto il 2020 calano del 55 per cento rispetto al 2019 (pari a 35 milioni di visitatori) e l’Italia perde 119 milioni di pernottamenti nel 2020 (165 milioni compresi gli italiani).

Il confronto internazionale mantiene comunque l’Italia in una posizione intermedia. In termini di arrivi internazionali l’Italia è linea con la Francia e la media dell’Europa Occidentale (-52 per cento). Ha più appeal di Croazia (-68 per cento) e Grecia (-58 per cento), mentre si allinea con la Turchia che ha ugualmente arrivi internazionali in calo del 55 per cento, ma perde 5 punti in più della Spagna (-50 per cento). Per l’intero trimestre estivo da luglio a settembre l’Italia realizza un calo degli arrivi aeroportuali internazionali in linea con quello degli altri Paesi concorrenti (Italia -86,9 per cento), Francia (-83,9 per cento) e Spagna (-83,4 per cento). Una contrazione più profonda a luglio (-90,4 per cento) rispetto ad agosto (-85,3 per cento) e a settembre (-83,3 per cento). Il totale degli arrivi aeroportuali internazionali dal 1° gennaio al 12 luglio registra perdite un -81 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019.

In un confronto internazionale tra le singole destinazioni turistiche, si definisce come il forte tasso di internazionalizzazione delle nostre città d’arte le porti a tassi negativi con Firenze -63,9 per cento di arrivi internazionali, Napoli -61,5 per cento, Venezia -60,7 per cento, Roma -60,5 per cento – comparabili con quelli di Nizza-Cannes (-61,8 per cento), Barcellona (-59,2 per cento) e Parigi (-57,9 per cento).

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