
Ricorre oggi l’85esimo anniversario dalla nascita di Franco Califano, conosciuto come il “Califfo” o anche come “Maestro”, ed autore di alcuni dei testi più famosi della musica italiana.
Quella del Califfo è stata una vita fuori dagli schemi, fin dalla sua nascita, avvenuta il 14 settembre 1938 su un aereo in volo sulla Libia, costringendo il pilota a un atterraggio di emergenza a Tripoli. Il padre, infatti, era un soldato italiano, originario di Pagani (Salerno), di stanza in Libia, dove viveva con la moglie Jolanda e la primogenita Liliana.
Con lo scoppio della guerra la famiglia era tornata in Italia per traferirsi, prima a Nocera Inferiore (Salerno), città natale della madre, e poco più tardi a Roma. Proprio la romanità sarà un tratto caratterizzante di Califano e delle sue opere.
Dotato di un’intelligenza fuori dal comune, negli anni del liceo aveva iniziato a scrivere le prime poesie, che ben presto si erano trasformate in testi, e nel frattempo lavorava con i fotoromanzi. Il tutto senza farsi mancare il divertimento e, al contrario, conducendo una sfrenata vita notturna che lo aveva costretto a frequentare il corso serale di ragioneria.
La sua vita è stata segnata dalla perdita del padre, che morì a soli 38 anni. Sarebbe stato proprio questo evento, in base a quanto riferito nella sua autobiografia, a metterlo di fronte alla caducità della vita e spingerlo a sfruttarla appieno.
Dopo una breve esperienza a Milano, rientrato a Roma, a soli 19 anni ha sposato Rita Di Tommaso. Il matrimonio è durato poco, ma abbastanza per dare alla luce Silvia, unica figlia di Califano.
Deciso ad intraprendere la carriera di autore, negli anni Sessanta erano arrivanti i primi grandi successi, come “E la chiamano estate” per Bruno Martino e “La musica è finita” per Ornella Vanoni e poco più tardi alcuni dei suoi pezzi più famosi come “Minuetto” cantata da Mia Martini e l’album “Amanti di valore” di Mina.
Negli stessi anni aveva pubblicato il suo primo album, “‘N bastardo venuto dar sud” e, nel 1976 con “Tutto il resto è noia” ha raggiunto l’apice della sua carriera di cantante.
La sua vita caratterizzata dalla sregolatezza, è stata accompagnata da diversi scandali e problemi legali come inchieste per spaccio di cocaina e associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di cocaina. Poi assolto da tutte le accuse, aveva raccontato queste esperienze nell’album “Impronte digitali”.
Quella del cantautore però non è stata l’unica strada percorsa dal Califfo, che ha avuto discreto successo anche come attore e scrittore. Nei suoi libri emerge in particolare la vita “maledetta”, la passione per le donne e la sua fama di playboy. In “Senza manette” aveva anche confessato di essersi prostituito nei periodi di maggiori ristrettezze economiche.
Personaggio controverso e molto chiacchierato, la sua vita piena di eccessi è stata degna di un romanzo. Morto il 30 marzo 2013 nella sua villa ad Acilia, l’epitaffio recita “Non escludo il ritorno”, titolo di una delle sue ultime canzoni.