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Nuovo anno, stessa voglia di impegno

Il 2017 sarà per noi un anno di nuovi impegni e sfide, che affronteremo con il solito ottimismo, e tanta voglia di lavorare e di crescere. Ottimismo della volontà, che è il miglior antidoto al  pessimismo della ragione. Siamo consapevoli dei problemi, come imprenditori e come cittadini. Abbiamo visto, in queste ultime settimane, che l’Europa è davvero una, di fronte alla minaccia del terrorismo fondamentalista: l’uomo di Berlino è stato rintracciato e colpito dalle forze dell’ordine a Milano. Nessuno è al sicuro, occorre combattere il terrore ma anche sapere che questa sarà una battaglia dura, che ci può riservare ancora appuntamenti con il dolore. Noi facciamo la nostra parte impegnandoci a promuovere lavoro e integrazione nelle imprese, facendo degli immigrati dei nuovi cittadini. Abbiamo fiducia nelle persone, lavoriamo perché l’integrazione tra lavoratori e operatori economici italiani e immigrati sia una risorsa e non un problema. Unsic, per la sua storia, ha un legame profondo con il Mezzogiorno d’Italia: tra i valori che questa storia ci ha lasciato, da conservare e tramandare, c’è il rispetto per il lavoro duro dei migranti. Quelli che giungono in Italia, e quelli che dall’Italia partono. A proposito di questi ultimi, bando alla retorica: sono finiti i tempi delle valigie di cartone, e in gran numero i nostri giovani vanno all’estero per misurarsi con le opportunità e il fascino delle grandi metropoli mondiali, dei centri di ricerca di livello internazionale, di altri mondi e stili di vita. Eppure, non per questo si può cadere nell’eccesso opposto, di trascurare che in Italia siano ancora troppo stretti, e addirittura in certi campi si sono ridotti, i canali di carriera e di affermazione dei più capaci e meritevoli. Per questo, andare all’estero è sì, per molti, anche una scelta e una splendida avventura, ma non per questo va considerata con superficialità. Un ministro del vecchio e del nuovo governo si è segnalato per una battuta superficiale e sciocca: sarà allora bene ricordare che, accanto al gran numero di eccellenze, di giovani italiani e italiane che magari scelgono l’America o l’Asia per inseguire le opportunità del mercato globale, nella ricerca, nella finanza, nelle grandi istituzioni internazionali come l’ONU, ci sono anche migliaia di giovani, di più umile condizione sociale, ma di non minore merito e dignità, che oggi lasciano la Calabria, la Sicilia, la Campania, certo magari non più coi bastimenti a vapore, ma comunque ricercando opportunità di lavoro che nel Mezzogiorno sono a tutt’oggi incerte e faticose.
Noi non ce lo scordiamo mai, e anche per questo lo sviluppo dell’imprenditoria del Sud è sempre in cima ai nostri pensieri. Sappiamo che il contesto economico e finanziario in cui operiamo è molto complicato: in questi giorni si decide il destino di almeno una grande banca nazionale. L’incertezza e la sfiducia diffuse sono assai nocive, perché tolgono credito e credibilità all’intero Paese, ma possono colpire più duramente proprio i piccoli imprenditori, i giovani, coloro che troveranno, già da domani, più difficile ricevere credito dal sistema bancario per le loro iniziative. Eppure non è colpa loro, ma colpa di un mondo bancario che ha commesso gravi errori, e corre ai ripari stringendo i canali del credito, ma saranno i più deboli a rimetterci, noi almeno abbiamo questo timore. Unsic continuerà a sostenere i più piccoli: a proporre servizi all’impresa per coloro che non possono permettersi di deviare risorse essenziali dall’azienda, a offrire consulenza e cultura della solidarietà; per esempio, le nostre cooperative di Unsicoop da quest’anno godranno di un sistema più efficiente per la revisione prevista dalla legge. È anche questo l’inverno più duro per i nostri concittadini colpiti dal terremoto: ho potuto visitare Amatrice, e mi si è stretto il cuore. Tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa, possiamo contribuire ai progetti di ricostruzione, ma possiamo anche solo donare pochi euro, secondo le nostre possibilità. Facciamolo!Nel 2017, in questo mondo sempre più intrecciato e interdipendente, dove i confini sono sempre più delle semplici linee sulla carta, continueremo a proiettarci all’esterno: Moldavia, Bulgaria, Unsic è presente in maniera crescente nei Paesi dell’Europa orientale, dov’è oggi crescente l’intreccio tra flussi di manodopera verso l’Italia e investimenti di aziende italiane in mercati nuovi e promettenti. Continueremo a coltivare le nostre radici, con il nostro lavoro a favore della piccola impresa agricola, che è sempre più al centro dei progetti di ripresa. L’agricoltura che vogliamo è agricoltura di qualità, centrata sul prodotto a marchio d’origine, sostenuta da competenze scientifiche e una visione strategica del rapporto tra città e campagna, tra infrastrutture e territorio. Ecco il nostro 2017 di lavoro, di responsabilità civile, di progetti, e, ne siamo certi, di successi tutti insieme.

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