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La stima Unsic sui contagi nelle scuole trova conferma nei numeri dell’Iss

Quota 105mila contagi nelle scuole al 10 novembre 2020 stimati dall’Unsic due giorni fa, dato ripreso e rilanciato da numerosi organi d’informazione; quota 102.419 contagi fino al 7 novembre 2020 nella fascia 0-19 anni d’età, diffuso ieri dall’Istituto superiore di sanità. Un’analogia che conferma quanto ribadiamo da tempo: già da prima dell’apertura delle scuole abbiamo – nero su bianco – evidenziato i rischi conseguenti alla scelta di tornare alla “scuola in presenza” rispetto alla “didattica a distanza”, che per quanto ovviamente meno “naturale” in confronto alla sana aggregazione, resta la scelta obbligata per quest’anno scolastico per evitare di appesantire ulteriormente una situazione di enorme difficoltà per tutte le famiglie.

La nostra ricerca, che fa seguito alle altre “sfornate” nelle scorse settimane, stima appunto in 105mila i contagi che hanno coinvolto fino al 10 novembre gli studenti (per l’80-85 per cento), i docenti e il personale scolastico. Abbiamo anche regionalizzato il dato, ripreso da centinaia di testate in tutta Italia (compresi i quotidiani “Il Messaggero” e “Il Quotidiano di Puglia”). Attenzione: solo una parte dei contagi è avvenuta all’interno delle scuole. Ma l’apertura degli istituti scolastici ha fatto schizzare i contagi conseguenti agli spostamenti di 8 milioni e mezzo di studenti, per lo più avvenuti negli assembramenti e sui mezzi pubblici. Molti di questi contagi, purtroppo, sono stati portati poi nelle famiglie.

La ricerca dell’Istituto superiore di sanità, diffusa 24 ore dopo quella dell’Unsic, conferma che la maggiore crescita dei contagi del virus nelle ultime settimane è stata quella nella fascia di età da zero a 19 anni, e quindi nella popolazione scolastica (a cui andrebbero aggiunti ovviamente insegnanti e personale non docente). In totale, nella fascia scolastica fino a 19 anni fino al 7 novembre scorso, ben 102.419 contagi.

“l motore del virus – i numeri lo indicano senza dubbio – è stata la popolazione scolastica, e tutto è avvenuto dopo la riapertura delle scuole che il governo ha giurato fosse avvenuta ‘in sicurezza’ – scrive sul quotidiano “Il Tempo” di oggi il direttore Bechis nel suo editoriale. “Inutile strologare sulle discoteche o gli assembramenti della movida: numeri e tempistica di questa crescita dicono che è stata la scuola l’origine della seconda ondata – continua Bechis, che aggiunge: “Per altro lo confermano i bollettini quotidiani locali: oggi nel solo Lazio ci sono 3 mila studenti positivi e altri 29 mila in isolamento. Resta incomprensibile il silenzio del governo su questi dati che ricevono pure i ministri, con la sola eccezione della titolare della scuola, Lucia Azzolina che giustamente tace per la vergogna e il senso di colpa che deve provare data l’ostinazione con cui ha difeso ‘la sicurezza’ della riapertura della scuola”.

Ammette il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: “Certamente la scuola, con tutto quello che ha significato anche in termini di mobilità e trasporti pubblici, ha contribuito alla circolazione dell’infezione. Considerando la curva epidemica, si vede come l’impennata che segna l’avvio della seconda ondata si verifica il 2 ottobre, a due settimane dall’inizio dell’anno scolastico! Non mi pare ci siano evidenze che i contagi sono avvenuti in classe… Ma tutto intorno c’è stato senza dubbio parecchio movimento”.

Insomma, la battaglia che stiamo conducendo da prima dell’apertura dell’anno scolastico conferma la lungimiranza e il buon senso espresso dalla nostra organizzazione anche su questa tematica, che ci vede particolarmente attenti perché senza un’istruzione ottimale non ci può essere crescita anche economica e imprenditoriale.

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