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Catalogna, dichiarato lo stato di emergenza per siccità

siccità

È una siccità senza precedenti quella che sta colpendo la Catalogna, tanto che ieri, 1° febbraio, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza in 202 comuni, compresa Barcellona, comportando limitazioni per un totale di quasi 6 milioni di abitanti.

Le criticità erano iniziate già a novembre 2022, adesso però la situazione sta peggiorando sempre di più. Nell’annunciare il provvedimento, il presidente catalano Pere Aragones ha ringraziato “gli sforzi congiunti dei cittadini, del settore industriale, di quello agricolo il lavoro di programmazione dei tecnici, che con gli investimenti hanno consentito un uso più efficiente delle risorse e di ritardare di 15 mesi l’entrata nello stato di emergenza”, riporta l’Ansa.

“Non avevamo mai affrontato una siccità tanto prolungata, senza pari da quando esistono i rilevamenti pluviometrici: da tre anni non piove quanto ci sarebbe bisogno in Catalogna”, ha spiegato in conferenza stampa Aragones, affiancato dal consigliere di Azione Climatica, David Mascort.

I bacini del sistema Ter-Llobregat si trovano sotto del 16 per cento della loro capacità e la situazione è tale che pur essendo ancora inverno, almeno nella teoria, verranno attuate restrizioni anche all’utilizzo dell’acqua nelle abitazioni private.

Ad essere colpite dalle misure, infatti, non saranno solo le attività industriale, agricole o ricreative, ma anche attività commerciali e cittadini, che non potranno utilizzare più di 200 litri al giorno. Inoltre, se come ci aspetta, la situazione dovesse peggiorare la prossima estate, i prossimi step saranno l’abbassamento della soglia prima a 180 e poi a 160 litri, dove per una doccia standard se ne consumano in media 100 (dati Oms).

Nell’agricoltura è prevista una riduzione dell’irrigazione dell’80 per cento, negli allevamenti del 50 per cento e nelle industrie del 25 per cento, mentre nelle piscine e nei centri sportivi, se la situazione dovesse peggiorare, non sarà più possibile usufruire delle docce.

Con lo stato di emergenza i Comuni possono ridurre la pressione delle erogazioni o prevedere tagli orari delle forniture, mentre per quelli che superano i volumi medi previsti verranno sanzionati. Inoltre, qualora la situazione non dovesse migliorare, la Spagna sta considerando anche la possibilità di trasferire acqua da altri territori.

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