venerdì , Dicembre 5 2025
Home / Comunicazione / Il Presidente / Cosa fare per il clima che cambia

Cosa fare per il clima che cambia

Di cambiamento climatico si parla soprattutto quando le temperature raggiungono picchi elevati o quando – sempre più spesso – gli eventi meteorologici diventano “estremi”. È noto come per anni ci sia stato chi abbia minimizzato, o addirittura negato del tutto, il fenomeno. E chi, pur ammettendo le trasformazioni in corso – soprattutto a fronte dell’oggettivo e quindi innegabile scioglimento dei ghiacciai – ritiene che ciò faccia parte di un ciclo storico e l’uomo non abbia colpe. C’è anche chi spera nella capacità della ricerca scientifica di trovare soluzioni alle conseguenze del fenomeno, appunto dallo scioglimento dei ghiacciai all’innalzamento dei mari.

Di fatto, però, le ondate di calore dei giorni scorsi, al di là del sempre “arroventato” dibattito sul clima, ci interrogano sulle soluzioni da adottare e in fretta. Perché soprattutto nelle grandi città, Roma e Milano in testa, il problema è sempre più grave e non è sufficiente l’annuncio di un “bollino rosso” per attenuare le preoccupazioni.

Un’analisi svolta da ricercatori dell’Imperial College di Londra, che ha preso in considerazione il periodo tra il 23 giugno e il 2 luglio in dodici grandi città europee, ha stimato che l’ondata di calore avrebbe causato 1.500 morti in Europa. Dovuti, quindi, al riscaldamento globale. Secondo l’analisi, il cambiamento climatico avrebbe comportato 317 morti in eccesso a Milano e 164 a Roma. A Barcellona ce ne sarebbero stati 286 e a Parigi 235.

Si potrebbe obiettare: ma come si fa ad individuare coloro che letteralmente muoiono per il caldo? La base di partenza è che quando fa molto caldo, cresce il numero degli individui che muoiono e questo legame è descritto da modelli epidemiologici, cioè da equazioni matematiche che descrivono gli andamenti. Di certo, come ricorda Ben Clarke dell’Imperial College di Londra, una variazione di pochi gradi può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone.

Ciò dovrebbe perlomeno spingere gli amministratori pubblici a prendere provvedimenti sulla “rigenerazione” delle nostre città, con molto più verde e meno cemento. Tenendo anche in considerazione che l’aumento delle temperature equivale a più acqua ed energia consumate, con ricadute pesanti nell’economia e nella gestione delle risorse.

Check Also

Accordo Ue-Mercosur tra luci e ombre

Il presidente brasiliano Lula da Silva ha annunciato nelle ultime ore che l’accordo di libero …