
Sono state rese note le attese motivazioni con cui la Corte dei conti ha bocciato il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul Ponte sullo Stretto. Secondo la Corte dei conti il provvedimento risulta incompatibile con le norme europee che regolano le modifiche dei contratti pubblici in corso di validità.
Più nel dettaglio, andando nei particolari tecnici, la magistratura contabile parla di “perplessità” con riferimento all’art. 72 della direttiva 2014/24/Ue. In sostanza, per poter “evitare lo svolgimento di una nuova gara e far rivivere un contratto risalente a diversi anni prima”, nello specifico al 2005, il ministero avrebbe dovuto fornire “prova certa e rigorosa del contenimento dell’aumento di prezzo entro il limite del 50% del valore del contratto iniziale”. Secondo i giudici, invece, la valutazione dei costi aggiuntivi in misura pari a 787.300.000 euro è “frutto di un’attività di mera stima” e “rende possibile il rischio di ulteriori variazioni incrementali, incidenti sul superamento della soglia”.
In sostanza, essendo le modifiche progettuali già note, rimandare il relativo computo ad un momento futuro appare un comportamento non conforme al citato art. 72”. Ergo, il decreto del ministero dei Trasporti relativo al terzo atto aggiuntivo della convenzione tra Mit e società Stretto di Messina per la realizzazione del Ponte risulta incompatibile con le regole europee sulla modifica dei contratti in corso di validità.
Al di là degli aspetti tecnici, ovviamente importanti, crediamo che a sostegno di un’opera strategica per tutto il Mezzogiorno – e in particolare per Calabria e Sicilia – ci debba essere un fronte trasversale e corale e non uno “spezzatino ideologico”. Abbiamo sempre ritenuto che per rilanciare davvero le zone più depresse del nostro Paese sia necessario uno choc, in particolare sull’ammodernamento delle infrastrutture. Come si fa ad investire nel Sud quando spesso i collegamenti sono da terzo mondo e i servizi sempre più lacunosi?
Valutiamo pretestuosa la contestazione della realizzazione del Ponte adducendo come motivazione il fatto che gli altri collegamenti stradali e ferroviari siano indecorosi. Beh, iniziamo con il Ponte e siamo certi che faccia da volano anche per il resto. Non dimenticando, poi, che sono in atto cospicui investimenti pubblici proprio in Calabria e in Sicilia con l’obiettivo di recuperare decenni di ritardi e migliorare la connettività del nostro Mezzogiorno. Nel dettaglio ci sono quasi 28 miliardi di euro pianificati per strade e autostrade e 47 miliardi in totale per le reti ferroviarie.
In Calabria è previsto un piano di investimenti complessivo pari a 12,8 miliardi per strade e autostrade, laddove spicca l’investimento di circa 9 miliardi per la statale 106 Jonica che collega Reggio Calabria a Taranto. Sono stati già portati a quattro corsie i tratti tra Rocca Imperiale e Roseto Capo Spulico (Cosenza), poi presso Gabella Grande (Crotone), quindi tra gli svincoli di Squillace e Simeri Crichi e infine tra Locri e Roccella Jonica.
Per la rete ferroviaria in Calabria sono previsti 34,8 miliardi, metà circa per la Salerno-Reggio Calabria.
In Sicilia si lavora in particolare alle tangenziali di Palermo, Agrigento e Catania e all’autostrada Siracusa-Gela, mentre per la rete ferroviaria sono programmati investimenti per 13 miliardi, in cui rientrano il collegamento veloce Palermo-Catania-Messina, il ripristino ed elettrificazione della linea Palermo-Trapani via Milo, i collegamenti con gli aeroporti di Trapani Birgi e di Fontanarossa, la Caltagirone-Gela.
Certo, è comprensibile un po’ di diffidenza dopo decenni di promesse irrealizzate. Ma ci vuole soprattutto ottimismo per sperare in una fase nuova in cui anche il Ponte sullo Stretto possa costituire il classico fiore all’occhiello, tanto più che la delibera del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo) ha approvato il progetto definitivo dell’opera. Speriamo, quindi, che i nodi individuati dalla Corte dei conti possano essere superati al più presto.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

