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A Chiaiano c’è un Sud che deve far riflettere

Domenico MamoneChiaiano, Napoli, periferia a rischio. Qui, soltanto qualche giorno fa, Salvatore Bagni, ex mediano del Napoli di Maradona e del primo scudetto, ha presenziato ad un quadrangolare di calcio organizzato dal Centro sportivo nazionale Fiamma e che ha coinvolto un centinaio di minori a rischio. La manifestazione si è tenuta in un bene confiscato alla camorra.

E qui è avvenuto l’ennesimo fatto di cronaca che dimostra come ci siano lembi d’Italia che ricordano ormai le realtà più a rischio del Sudamerica.

Riportano le cronache che alle 18,30, quindi nel pieno pomeriggio, tre adolescenti, cugini tra loro e compagni di studi all’istituto Minzoni di Giugliano, fuoriescono dalla metropolitana alla stazione di Chiaiano. Devono raggiungere Qualiano per incontrarsi con alcuni amici. Tutte località oggi problematiche e che invece, già dalle denominazioni, evocano splendori romani, con quel suffisso anum (da castrum) legato al nome del primo fondatore (Iulius, Caius, Marius, etc.).

All’improvviso, tornando alla drammatica cronaca, i tre impattano in una gang di ragazzini. Senza motivo, almeno così sembra, il “branco” – si parla di una quindicina di minori – inizia a minacciare e a tentare di picchiare i tre. Due riescono a scappare e a rifugiarsi in un bar. Il terzo ha la peggio e finisce sotto ad una tempesta di pugni e calci. La vittima, 15 anni, di Melito, è in rianimazione all’ospedale di Giugliano. Vi è stato accompagnato dalla madre dopo essere tornato a casa e aver tentato di resistere ai dolori. Ha subìto un lungo e delicato intervento durante il quale i medici gli hanno dovuto asportare la milza.

Il ragazzo, dopo i momenti di terrore, si è rifugiato nella stazione della metropolitana e ha chiesto aiuto, ma nessuno si è preoccupato di lui.

Inconcepibile che in pieno giorno possa avvenire un raid come questo. In una spirale drammatica, ci sono zone del nostro Mezzogiorno dove la criminalità organizzata e quella minorile costituiscono un vulnus costante alla convivenza civile e alla possibilità di fare impresa e quindi di far crescere i territori. Finora in questo sconfortante periodo elettorale non abbiamo sentito una parola sul nostro Sud che stenta ad agganciarsi alla ripresa, a vedere affrontati seriamente gli endemici problemi sociali, economici, culturali, ad iniziare da quelli scolastico-formativi, di inclusione, sanitari, delle piccole e medie imprese.

Finché non si prenderà coscienza che l’emergenza del nostro Mezzogiorno è ancora attuale e che soltanto la drammatica piaga dell’emigrazione all’estero – ripresa con vigore – sta attenuando problemi atavici che ricadono soprattutto sui giovani, ogni scostamento di Pil è una notizia lontanissima dalla realtà quotidiana del nostro Meridione.

(Domenico Mamone)

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