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Cis, ecco la nuova tassa sugli immobili: pagano gli stabili oltre i 50 anni

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Entro il 2019 i condomini dovranno munirsi del Certificato di idoneità statica (Cis) che verifica della stabilità degli edifici con più di cinquant’anni d’età, altrimenti si sarà obbligati ad avviare le opere di adeguamento.

Introdotto in Italia per la prima volta dal comune di Milano, il certificato sarà obbligatorio per ogni condominio e sarà responsabilità dell’amministratore e non dei singoli privati. Ad oggi sono ancorà le realtà in regola con il nuovo adempimento, visto che risultano depositate meno di 200 pratiche all’Ordine degli ingegneri in quanto necessario il loro timbro. Ma saranno in tanti a doversi adeguare perché l’82% degli edifici residenziali in Italia è stato costruito prima del 1990.

Il Cis è diventato necessario perché, anche sull’onda di alcune catastrofi infrastrutturali, gli specialisti hanno approfondito le loro conoscenze: «Gli ingegneri hanno stabilito che anche il calcestruzzo ha una vita limitata, il tempo stimato è tra i 50 e i 70 anni – spiega Vincenzo Albanese, presidente di Fimaa Milano, Monza & Brianza, l’associazione degli agenti immobiliari e d’intermediazione – e la maggior parte del patrimonio edilizio italiano è stato costruito tra il 1950 e il 1980, quindi sono interessati quasi tutti gli immobili». Secondo il presidente dei mediatori d’affari, potrebbe diventare molto impegnativo metterli tutti al passo con i tempi, per questo lancia una proposta: «Speriamo che si voglia concedere una defiscalizzazione totale sia per le spese di ottenimento del Cis che per quelle eventualmente necessarie per l’adeguamento, visto che stiamo parlando della sicurezza delle persone e non solo di una valorizzazione».

 

Proprio a proposito del valore delle case, si profila una grande ombra sul futuro degli immobili: «L’obbligatorietà del Cis sarà un cambiamento più significativo delle divisioni in classi energetiche – conclude Albanese – perché quello è un miglioramento che ha stabilito nuovi standard nel costruire, ma tutt’oggi l’85% degli scambi riguarda l’usato che è soprattutto in classe G, qui invece un eventuale compratore potrebbe rifiutarsi di pagare per un bene senza Cis».

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