
È stata la stessa premier Giorgia Meloni, durante il Meeting di Rimini, a rendere noti alcuni provvedimenti e obiettivi allo studio per la prossima Legge di Bilancio.
L’attenzione del governo sarà rivolta prevalentemente al cosiddetto “ceto medio”, che, per quanto ridimensionato, rimane l’ossatura del Paese.
In particolare si prevede un ulteriore taglio dell’Irpef: come noto, lo scorso anno sono state accorpate le prime due aliquote (23 e 25 per cento), unificandole al 23 per cento per i redditi fino a 28mila euro, cioè per quelli medio-bassi. Ora è in previsione l’estensione dei benefici allo scaglione superiore, probabilmente con la riduzione della seconda aliquota dal 35 al 33 per cento. Tuttavia serviranno le risorse necessarie all’operazione strutturale: si parla di circa quattro miliardi annui.
Indubbiamente il governo può contare anche sui risultati positivi in termini economici: lo spread, ad esempio, da anni non è stato mai così basso e l’inflazione, che ha caratterizzato le stagioni precedenti, è in gran parte rientrata. Anche il dato sugli incassi derivanti dalla fiscalità, mai così alti: le entrate tributarie e contributive nel primo semestre 2025 sono aumentate di 33,8 miliardi di euro (più 8,4 per cento) rispetto all’analogo periodo del 2024. Anche l’importante crescita del numero degli occupati diffonde ottimismo, tanto più se si confronta la situazione italiana, favorita pure dalla stabilità governativa, con quella francese o tedesca, ricca di criticità politiche e macroeconomiche. Davvero un’anomalia rispetto al passato.
In previsione, nel nostro Paese, anche il blocco dei tre mesi di estensione dell’età per andare in pensione, adeguata all’aspettativa di vita. A cui potrebbero aggiungersi i sostegni alle giovani coppie (come un Piano casa con abitazione offerte a prezzi calmierati o un programma di social housing da finanziare con risorse pubbliche e private).
Importante anche l’impegno, ribadito dalla premier Meloni, nel sostegno alle imprese: l’obiettivo specifico, in questo caso, è l’abbassamento strutturale del costo dell’energia. Si ricorda che il prezzo medio all’ingrosso dell’elettricità nel 2024 – dati Agici-Accenture ed Enea – è stato di circa 109 euro al megawattora, quasi il doppio rispetto alla Francia con 58 euro, ma molto di più anche di Spagna (63 euro) e Germania (78 euro).
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
