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Il Paese “malato” (con 15 commissioni al capezzale)

L’Italia delle commissioni, dei mandati, degli incarichi, delle consulenze. Degli esperti e dei “tuttologi”. In tv ne hanno fatto un mestiere. Consigli, pareri, indicazioni, perizie, spesso in contraddizione tra loro, tanto per alimentare disorientamento nel disorientamento.

Anche nel particolare momento caratterizzato dall’emergenza coronavirus, non s’appanna l’antico vizio “familistico” di coinvolgere cordate di persone utili o meno. E mai, come in questo momento, le commissioni anziché riunire esperti della stessa materia stanno cercando di assemblare i rappresentanti delle categorie più disparate. Dove, tra l’altro, scarseggiano proprio gli esperti del lavoro.

Mentre la burocrazia continua ad uccidere questo Paese, la parola “semplificazione”, anche in questo caso, è praticamente estranea al vocabolario dei nostri amministratori.

“Il Sole 24 Ore” ha contato ben 15 commissioni istituzionali “montate” di fretta e furia per l’emergenza Covid. E ne fornisce una descrizione dettagliata. In tutto oltre 850 persone impegnate in questo momento decisamente critico. In genere molti esperti sono “in collegamento” e non in prima linea, come invece stanno facendo medici, infermieri, personale sanitario, farmacisti, nonché quei tanti lavoratori che rischiano la propria salute pur di garantire servizi alla collettività.

Il 22 gennaio è partita la prima task force, quella per la salute. Tanti scienziati blasonati, per carità. Però ci sono volute diverse settimane per consigliare la chiusura e il distanziamento sociale. E lo stesso mondo scientifico, di fronte ad un virus sconosciuto, ha spesso navigato a vista: amaramente celebre la diffusa espressione “è poco più che un’influenza” o le differenti indicazioni su mascherine, test sierologici, medicinali, tempi per il vaccino. Certo, va detto che a fronte di indicazioni perlomeno “prudenti”, è mancato soprattutto il decisionismo politico, con enti locali che continuano ad andare per conto loro (e talvolta, come in Veneto o in Campania, ciò non è stato un male). Una ricerca di Openpolis ha censito ben 212 provvedimenti adottati a livello centrale da 16 entità per gestire l’epidemia. Oltre alla pioggia di decisioni adottate a livello regionale e comunale.

La task force con il maggior numero di componenti è quella del ministero dell’Istruzione, con ben 100 esperti. Tra quelle più eccentriche sicuramente “Donne per un nuovo Rinascimento”, voluta da Elena Bonetti, ministra della Famiglia, per elaborare proposte “in grado di far ripartire il Paese”. Dodici donne, tra cui una suora.

Eppure, come c’insegna la Germania, nelle situazioni più difficili le proposte più efficaci sono quelle semplici e pragmatiche. Da noi, purtroppo, permane l’antico vizio della “chiacchiera” che finisce per generare tanta disorganizzazione.  

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