
Il rilevante aumento della spesa militare in Europa, compresa quindi l’Italia, accende principalmente una riflessione.
Davvero con questa decisione i politici soddisfano i desiderata dei propri elettori? Pur con i limiti offerti dai sondaggi, la risposta è un grande No.
Tutti i rilevamenti sono concordi nell’affermare che la maggior parte degli italiani è contraria all’aumento delle spese militari. Tale percentuale andrebbe dal 39% indicato dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli (contro il 28% di favorevoli), fino al 66% e oltre rilevato dall’Archivio Disarmo e a percentuali più elevate emergenti da altre ricerche,
Secondo l’Ipsos i più contrari sarebbero gli elettori della Lega (56%) e del Movimento Cinque Stelle (50%), quindi i più in linea con l’atteggiamento “pacifista” del proprio partito, mentre nel Pd prevarrebbe il 48% di contrari rispetto al 46% di favorevoli, in linea con le fratture nei vertici del partito.
Anche Euromedia Research, l’altro noto e qualificato istituto diretto da Alessandra Ghisleri, conferma la maggioranza netta di italiani contrari all’aumento delle spese militari (54,6%) rispetto al 33,5% favorevole.
Questo quadro evidenzia la necessità, per molte formazioni politiche (salvo eccezioni), di recuperare ulteriormente la credibilità da parte degli italiani, compresi i propri elettori di fatto “traditi” nelle proprie istanze contrarie all’escalation bellicista. Indicare come “inevitabile” il riarmo non convince la maggior parte degli italiani. E questi scollamenti sono quasi sempre alla base del crescente astensionismo.
Il netto no degli italiani al riarmo, oltre a ragioni etiche, è mosso anche da considerazioni di natura economica. Cioè se da decenni ci si dice che la capacità di spesa del nostro Stato è già oltre il limite e le regole europee di bilancio ci hanno imposto tagli, dove si vanno a pescare queste necessarie decine e decine di miliardi, se non tagliando ulteriormente sanità, istruzione, ministeri e quant’altro o facendo nuovo debito (non dimentichiamoci che anche buona parte del Pnrr è debito)?
Un’ultima considerazione. Gli italiani sono nettamente contrari all’aumento delle spese militari nonostante buona parte del sistema politico italiano ed europeo, con una quota ancora maggiore del sistema dell’informazione e dell’approfondimento politico, stiano provando ad orientare in senso “bellicista” buona parte dell’opinione pubblica, in particolare con i rischi di un attacco di Putin all’Europa. Nonostante ciò, la maggior parte dell’opinione pubblica resta contraria alle armi e alle ulteriori spese belliche (la maggior parte degli italiani è anche contraria all’invio delle armi in Ucraina, secondo molti sondaggi), segno che la distanza tra la volontà popolare e alcune scelte politiche appare sempre più incolmabile.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
