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L’incidente di Latina (con l’aggravante del cinismo)

È spesso la cronaca più agghiacciante a riaccendere le luci sulle condizioni da terzo mondo che caratterizzano il lavoro in alcune aree del nostro Paese. Una quotidianità fatta di assolute precarietà e insicurezza miste ad un imperante cinismo.

La conferma viene dalla storia di Satnam Singh – un nome e un cognome che emergono, purtroppo, soltanto in queste tragiche circostanze. Uno di quei tanti asiatici in bicicletta che è possibile affiancare percorrendo la Pontina.

Questo lavoratore trentunenne di nazionalità indiana era impegnato in un’azienda agricola dell’Agro pontino specializzata in coltivazione di fragole. Operando su un macchinario avvolgiplastica trainato da un trattore è rimasto agganciato nella macchina, che gli ha reciso di netto il braccio destro e gli ha parzialmente amputato le gambe.

Il datore di lavoro, secondo le prime indagini, anziché portarlo in ospedale o chiamare i soccorsi, lo avrebbe caricato su un furgone e lasciato davanti alla porta della casa dove viveva, a Cisterna. Con lui, l’arto amputato, riposto in una cassetta di quelle utilizzate per la raccolta degli ortaggi. Avrebbe fatto ciò “per paura, dato che l’uomo era impiegato al nero e senza permesso di soggiorno”, come avrebbe confessato ai carabinieri.

Secondo le stesse indagini, l’operaio indiano, infatti, non aveva un contratto, lavorava al nero per 5 euro all’ora e da due anni aspettava i documenti per mettersi in regola.

Una storia atroce, che s’inserisce nelle denunce che la sindacalista Laura Hardeep Kaur, indiana di seconda generazione, fa da tempo sullo sfruttamento e il caporalato che regnano in provincia di Latina, dove circa ventimila indiani, i più privi di documenti e non censiti, sopravvivono in questa terra di nessuno. Storie non molto dissimili da quelle che giungono dalla Puglia o dalla Calabria.

Purtroppo, come sempre avviene, dopo qualche giorno di attenzione mediatica per questo efferato caso, con l’intensità informativa regolata dal tasso di cinismo del datore di lavoro, tutto tornerà come prima. In attesa, amaramente, del prossimo incidente.

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