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Non contrapposizione, ma parità scolastica

Con un emendamento alla Legge di Bilancio, il governo Meloni ha introdotto un contributo fino a 1.500 euro a studente (denominato “buono scuola”), per le famiglie, con Isee massimo di 30mila euro, che iscrivono i figli alle medie inferiori o al primo biennio delle superiori delle scuole paritarie. Un regalo alla scuola privata in contrapposizione a quella pubblica? Se c’è chi lo legge in questo modo, in realtà il provvedimento è in linea con la legge 62/2000 sulla parità scolastica e la libertà educativa. In sostanza anche chi ha redditi bassi deve avere diritto ad accedere alle scuole non statali. «È un passo importante per consentire anche alle famiglie non abbienti di poter esercitare il diritto di scelta educativa – ha infatti detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Complessivamente, per il 2026, è disponibile un plafond di 20 milioni di euro, sufficienti per circa 13.300 alunni.

L’esempio che viene dalla scuola dovrebbe costituire la regola nel delicato equilibrio tra pubblico e privato in una società liberale: garantire la libertà d’impresa a tutti, senza mettere a rischio la centralità del servizio pubblico. Casomai, in questo senso, uno dei settori più a repentaglio è quello sanitario, dove le strutture private si espandono a ritmo rilevante, lasciando il settore pubblico in balia di problemi crescenti.

In fondo già nella democrazia di Pericle nella Grecia antica, V secolo avanti Cristo, la polis, emblema della società pubblica, e la sfera privata godevano non solo di un solido equilibrio, ma soprattutto erano connesse tra loro: se la vita pubblica era di fatto la regola, la libertà privata era garantita e protetta, assicurando ai cittadini, con le leggi, di godere pienamente delle scelte individuali, senza “costrizioni” sociali. Una società puramente liberale ante litteram.

Semmai, oggi, si potrebbe criticare il sistema del “bonus”, che tanti danni ha fatto in passato, in particolare concorrendo a far lievitare i prezzi dei materiali nei settori d’intervento (si pensi all’edilizia, ma anche agli elettrodomestici o alle biciclette). Non è utopistico credere che vedremo lievitare le tariffe delle scuole private già dal prossimo anno. Meglio, insomma, interventi strutturali anziché palliativi che accontentano pochi per scontentare molti.

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