Serve ordine e strategia per gli incentivi alle imprese

Nelle ultime stagioni i diversi governi succedutisi alla guida del nostro Paese hanno spesso utilizzato gli strumenti dei bonus e degli incentivi per sostenere segmenti di popolazione e settori imprenditoriali. Talvolta alcuni interventi sono stati criticati per genericità (è il caso dei contributi a pioggia soprattutto nel periodo più duro della pandemia), inopportunità (si pensi ad alcuni comparti), strutturazione (emblematico il caso dei superbonus nell’edilizia, con un enorme sacca di malaffare).

L’attuale governo sta lavorando proprio per disboscare la selva degli incentivi alle imprese italiane, concentrandoli in settori strategici per il Paese. Va quindi nella direzione giusta il disegno di legge delega collegato al Pnrr e alla legge di Bilancio su cui sta lavorando la squadra del ministro Giorgetti. Positivo anche il nuovo sito dedicato dal governo alle imprese (www.incentivi.gov.it), che partirà il 2 giugno proprio per dare forza all’informazione immediata e chiara in un quadro purtroppo particolarmente complesso e difficoltoso.

Il governo punta a stabilire dei parametri particolarmente rigidi e, nel contempo, a focalizzare l’azione su specifici settori, in testa il turismo, che ha particolarmente sofferto per l’emergenza Covid, la meccanica, la bioedilizia, i distretti. Necessario tenere presente, tra gli obiettivi, una crescita sostenuta, l’innovazione tecnologica, il tasso di occupazione, il superamento della sperequazione tra Nord e Sud anche nell’intercettazione dei fondi. Non si può assolutamente sbagliare in un periodo sempre più caratterizzato dall’inquietudine non solo per il flagello determinato da pandemia e guerra in Ucraina, ma anche per le altre congiunture internazionali, inflazione e stagnazione in primis.

(Domenico Mamone)