L’unica nota positiva è la solidarietà espressa da tutte le istituzioni, anche da quelle con cui Report non è mai stato tenero. A confermarcelo sono le quasi 200 querele mosse alla trasmissione, con richieste di risarcimento che ammontano a oltre 100 milioni di euro, molte delle quali partono proprio dalla politica.
Per il resto, l’attentato a Sigfrido Ranucci, da anni sotto scorta, è un atto estremamente grave sia per le modalità accuratamente pianificate – e che riporta la storia indietro di qualche decennio – sia per l’attacco al cuore della democrazia, che è fatta anche di giornalismo – soprattutto quello d’inchiesta che è patrimonio anche culturale del nostro Paese – e di libertà di stampa e d’informazione. È un tentativo estremo per disarmare le parole – quelle garantite dall’articolo 21 della Costituzione – di una delle trasmissioni di eccellenza del servizio pubblico, prodotta da una squadra di 25 persone, sempre a rischio di tagli aziendali. Quella redazione è un fortino isolato, di vera e propria resistenza per il giornalismo civile, quello impegnato a difendere i valori della verità e della giustizia, quasi solitario in un mondo della comunicazione sempre più caratterizzato da salotti prezzolati e trash a gogò.
Ranucci, paladino dei fondamentali principi della convivenza civile e di sovranità popolare, nei giorni scorsi ha annunciato la partenza del suo programma il prossimo 26 ottobre, ogni domenica dalle 20,30 su Rai3. Ha snocciolato i temi, sempre quelli, l’economia delle banche e della finanza, la malasanità, la cultura con i finanziamenti sospetti, lo sport delle inchieste nelle curve degli ultrà, l’eolico. Settori fondamentali della vita civile, troppo spesso conditi di malaffare. Per questo l’attentato deve sconvolgere profondamente l’opinione pubblica, tutti quei cittadini che hanno a cuore e difendono quotidianamente la vita democratica. Cittadini che si aspettano una risposta immediata e risolutiva della Procura per fare luce su questo atto vile e intimidatorio, frontale, e individuarne mandanti infastiditi dal lavoro di Report ed esecutori.
UNSIC – Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori
